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Francia / Dalla loi Travai alla Nuit debout, ecco cosa succede a Parigi [video]

Da oltre un mese prosegue la mobilitazione contro la riforma del lavoro. Nonostante i manganelli e i lacrimogeni continuano i cortei di protesta. Da dieci giorni, occupata in assemblea permanente piazza République.

11 Aprile 2016 - 13:55

Foto da Paris-luttesA Parigi, da quando a marzo sono partite le proteste contro la legge sul mercato del lavoro, il calendario non ha voltato pagina. Per chi protesta contro il Jobs Act alla francese oggi è il 42 marzo. Da settimane, la mobilitazione contro la riforma voluta dal governo socialista sta continuando a crescere e si sta evolvendo. In migliaia quasi ogni giorno, da oltre un mese, si sono resi protagonisti di una vera e propria mobilitazione permanente, organizzando cortei e assemblee pubbliche non solo nella capitale ma anche in decine di altre città in tutta la Francia. Difronte a tanta determinazione di piazza la violenza della polizia non è mai venuta meno: i numerosi cortei sono stati caricati a colpi di manganello e lanci di lacrimogeno. A questi si aggiungono i proiettili di flash-ball, la particolare pistola data in dotazione alla gendarmeria che spara delle pallottole di gomma grandi quasi delle palline di ping pong.

Al momento risulta difficile avere un numero preciso su quanti manifestanti sono stati fermati dalla polizia. Di certo un numero importante. Soltanto durante i cortei del fine settimana, da quanto si apprende sui siti di informazione, almeno diciotto attivisti sono stati portati via. Tra i fatti più inquietanti denunciati dagli attivisti francesi, c’è anche l’uso di un drone militare per sorvegliare la piazza.Foto da Paris-luttes

Anche ieri, domenica 10 aprile, da Bastille a Nation, in centomila hanno attraversato le vie del centro di Parigi. A fine giornata il corteo si è unito al presidio permanente “Nuit debout” che dal 1 aprile occupa piazza République.

Da undici giorni infatti, in migliaia portano avanti l’assemblea generale che prende il nome di “Notte in piedi”, una sorta di assembramento autogestito in cui si creano momenti di confronto nonostante i divieti imposti dallo stato di urgenza. Grazie ai social media il movimento francese è riuscito in poco tempo a creare una rete per la condivisione dei contenuti della protesta. Inoltre è stato pure attivato un canale Youtube per la trasmissione in diretta degli interventi. Nonostante in diverse occasioni ci siano stati dei tentativi di sgombero da parte della polizia, ad oggi République continua ad essere attiva. Questo il manifesto diffuso: “Senza rappresentanti persone provenienti da diversi orizzonti riflettono sul futuro di questo mondo. La politica non è una questione da professionisti ma è un affare di tutti. Gli interessi privati hanno preso il posto dell’interesse generale. Per questo ogni giorno in migliaia occupiamo la piazza. Raggiungeteci decideremo insieme il nostro avvenire”.

Nonostante tutto, parte del movimento non perde di vista la ragione per la quale sono iniziate le proteste: il dissenso verso la riforma del lavoro. Questo quanto si legge in uno dei manifesti diffusi in questi giorni: “Siamo i giovani, i liceali, gli studenti, i lavoratori. Siamo i disoccupati, abbiamo bloccato le istituzioni e partecipato alle manifestazioni contro quelli che pretendono di attaccare la nostra condizione di vita. Al contrario di quanto i burocrati e i sindacati vogliono farci credere, il problema non nasce dalla rottura del dialogo sociale avvenuta dopo la proposta di legge sul lavoro El Khomri, ma dall’ennesima distruzione delle conquiste sociali”.

Foto da Paris-luttes

Ad esprimersi contro la Loi Travail anche i collettivi femministi che denunciano: “Le donne subiscono fortemente la crisi. Da decenni hanno assorbito una buona parte di flessibilità del mercato del lavoro e sono vittime del part time. Inoltre sono le prime a subire le misure di austerità r i tagli all’assistenza sociale, specie quando vivono in famiglie monogenitoriali”.

Tra gli episodi di maggiore tensione degli ultimi giorni, la visita notturna organizzata dai manifestanti sotto casa del primo ministro francese Manuel Valls. Allo slogan di “Apéro che Valls” (facciamo aperitivo da Valls), in tremila si sono mossi verso l’abitazione del premier prendendo alla sprovvista la polizia. Solo in un secondo momento le forze dell’ordine hanno bloccato la strada e caricato il corteo. Inoltre, non sono mancate le azioni dimostrative in solidarietà ai migranti e contro la chiusura delle frontiere in Europa.

 

> Video da Mouvement Inter Luttes Indipendant: