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Firenze / Metà dei dipendenti a casa: a Eataly scatta lo sciopero

Contratti non rinnovati, abuso di rapporti precari, mancanza di confronto con i lavoratori: oggi e domani agitazione proclamata dai Cobas al centralissimo store inaugurato da Renzi a dicembre.

30 Agosto 2014 - 14:01

Sciopero Eataly Firenze (foto da twitter @CortocircuitOFI)“Siamo partiti 120 dipendenti. A meno di un anno dall’apertura, oggi se ne conta la metà; e su questo drastico taglio a noi lavoratori non è stata data nessuna spiegazione. Nè sui motivi per cui si debba venire a sapere dei turni settimanali con sole 24 ore di preavviso”. Nel capoluogo toscano Eataly, il colosso dell’alimentazione radical-chic fondato da Oscar Farinetti, ha aperto otto mesi fa, e tra oggi e domani deve fare i conti con il primo sciopero. In queste ore un nutrito presidio si è radunato davanti al negozio di via Martelli, in pieno centro, inaugurato il 14 dicembre scorso alla presenza di Renzi, allora sindaco uscente, ancora non premier ma già segretario del Pd.

A proclamare l’agitazione di due giorni la Confederazione Cobas, che contesta “il mancato rinnovo dei contratti di somministrazione in scadenza, la mancata stabilizzazione dei contratti a tempo determinato, le condizioni di lavoro, la totale arbitrarietà dell’azienda nell’organizzazione del lavoro, il rifiuto di un qualsiasi confronto con i lavoratori”.

Non è tutto: una lettera aperta firmata da alcuni lavoratori denuncia come Eataly Firenze non abbia “mai conosciuto un’assemblea aziendale, mai e sotto nessuna forma”, seppure “di motivi per riunirci, l”azienda ne avrebbe in quantità: solo nell’ultimo mese accanto al nome di oltre 13 dipendenti è stato scritto ‘out’: 13 persone sono state lasciate, senza troppi fronzoli, senza lavoro” perché “siamo solo soldi, numeri, voci di spesa”.

Un ex dipendente a cui non è stato rinnovato il contratto spiega: “Non ho mai parlato con un dirigente. Dodici giorni prima della fine del mio contratto, dopo tre assunzioni, mi è stato comunicato che la mia posizione non sarebbe stato riconfermata”. Inoltre, “la maggior parte delle comunicazioni interne sono trasmesse su una bacheca aziendale. Cito un caso: è nella bacheca che l’azienda, una mattina, ci ha comunicato che il dipendente ha diritto a mezzo litro d’acqua ogni turno da ritirare strisciando il badge alla cassa. È questo il loro modo di relazionarsi con i dipendenti”.

A oggi, l’unica piccola crepa che pare aprirsi nell’entusiasmo istituzionale che circorda ovunque Eataly viene dal Comune di Firenze, dove pure siede come sindaco il renzianissimo Dario Nardella. Dice l’assessore al lavoro Gianassi: “Abbiamo appreso che c’è una situazione di criticità: ci mettiamo a disposizione per contribuire a trovare una soluzione”. Sarà.

Un precedente della mobilitazione fiorentina di questi giorni si diede lo scorso aprile a Bologna, quando un’ora di sciopero fu indetta allo store dell’ex Ambasciatori. Zeroincondotta aveva intervistato un giovane precario mandato a casa a fine contratto: “Il mio non è affatto un caso isolato”, aveva assicurato al nostro giornale.