Attualità

Filippine / Università a caro prezzo

Si suicida una matricola di sedici anni che era stata sospesa per non avere pagato le tasse universitarie, scoppia la rabbia studentesca. Riceviamo dal Collettivo Volya e pubblichiamo.

25 Marzo 2013 - 18:25

Nelle Filippine questi sono giorni di mobilitazione per gli studenti e le studentesse. Si vivono momenti di rabbia, dolore, determinazione. Si sente sulla propria pelle stringere le maglie di un sistema sempre più elitario e classista. Un sistema che uccide.
Negli ultimi mesi il governo filippino ha aumentato le tasse in tutto il settore dell’istruzione superiore e dell’università. Il sistema si è irrigidito ancora di più, rispondendo alla semplice quanto agghiacciante equazione: non paghi le tasse = non puoi sostenere esami.
Schiacciata da questo sistema, Kristel Tejada, una matricola di sedici anni dell’Università di Manila si è uccisa. In ritardo con i pagamenti delle tasse universitarie, si è vista chiudere in faccia ogni possibilità di frequentare le lezioni.
La risposta di studenti e studentesse non si è fatta attendere ed è diventata, nei giorni, sempre più determinata e radicale. Prima il dolore sordo, accecante di migliaia di studenti che sfilano vestiti di nero, a lutto, con le mani anch’esse colorate di nero. Poi, nei giorni successivi, quando si viene a sapere di possibili ulteriori aumenti nelle tasse universitarie (si parla del 10%) mascherati sotto altro nome, la rabbia esplode: gli studenti e le studentesse dell’Università delle Filippine a Manila, occupano gli edifici e danno fuoco ad una parte dell’arredamento. Poi tentano di entrare negli uffici amministrativi, ma vengono respinti. Nei giorni successivi continuano le manifestazioni di protesta. Anche mentre stiamo scrivendo.
La forza e la ferma determinazione che animano queste manifestazioni stanno nella volontà di volere spezzare la spirale dell’atomizzazione in cui questa situazione di crisi e sfruttamento ci vuole rinchiudere. La forza di questa mobilitazione è quella di voler riaffermare immediatamente il carattere sociale, collettivo, della attuali condizioni di vita oggettive e soggettive: è una presa di parola netta su cui tutti siamo chiamati a riflettere. “Siamo tutt* Kristel”.