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Fiera, nuovo blitz alla Festa dell’Unità

I lavoratori “esuberanti” di BolognaFiere intervengono con striscione e magliette all’incontro organizzato dai democratici con Bonaccini, Camusso e Marchesini.

05 Settembre 2016 - 15:47

Flash mob lavoratori fiera (foto meno123.it)Non si sono fatti sfuggire l’occasione di trovare riuniti nello stesso dibattito della kermesse democratica la segretaria Cgil Camusso, il governatore Bonaccini, il presidente di Confindustria regionale Marchesini. Così all’incontro  (dedicato a”lavoro e futuro dell’Italia”) si sono presentati i lavoratori a rischio di licenziamento di BolognaFiere, riuniti nel collettivo Meno123, alla seconda azione di disturbo al Parco Nord dopo il primo flash mob nella zona ristoranti messo in atto mercoledì scorso.

Nel racconto inviato alla redazione dal collettivo traspare l’emozione e la volontà di non arretrare di un passo da parte dei lavoratori: “Funzionerà così: siamo sparpagliati sulle sedie tra il pubblico, appena arriveranno gli ospiti e si siederanno per iniziare l’incontro, ci alzeremo uno dietro l’altro e ci toglieremo l’indumento che occultava la mitica maglietta dei –123, geniale produzione estiva di due delle nostre ‘ragazze’. Le prime sei con un ordine prestabilito, poi tutte/i le/gli altri, con un effetto ‘pop-corn scoppiettante’. Nel frattempo ‘i portatori di striscione’ si posizionano, e aspettano che si alzi la sesta per ‘smagliettarsi’ anche loro e srotolare lo striscione, fino a quel momento ben custodito in uno zainetto. Poi tutti quanti andremo a formare le ali a fianco dello striscione, tenendoci per mano.”

Dopo un iniziale tentativo da parte del servizio d’ordine del festival di fermare il flash mob, si capisce che i lavoratori non se ne andranno, e anzi intendono mettere la questione del loro licenziamento al centro del dibattito: “Arrivano Camusso, Marchesini e Bonaccini, assediati da fotografi e giornalisti, si sistemano sul palco, la moderatrice attacca a parlare, ho gli occhi fissi sulla sala, sarò la quarta ad alzarsi e smagliettarsi. Ok, si comincia. Una, due, tre, io, e a catena tutte/i. Si apre lo striscione, fotografi a giornalisti in fibrillazione girano le spalle al palco e iniziano a fotografarci. Per qualche istante siamo noi le star, ci dispiace, vi rubiamo la scena per un po’…Formiamo una lunga striscia, siamo tanti, una quarantina. Un giovane addetto al servizio d’ordine si avvicina alla capo-branco e le dice: ‘Adesso dovete uscire’. Lei risponde con un ‘No’ secco e asciutto. Non conoscono la testardaggine della capo-branco. Noi sì. Super-fibrillo tra le fila degli addetti alla sicurezza, qualcuno garantisce che ‘faremo i bravi’. E inizia la lunga attesa, ancora muti come pesce gatti. Una delle nostre addette alle P.R. consegna una maglietta in regalo alla Camusso e inizia a distribuire tra tutto il pubblico la petizione lanciata ormai due mesi fa su change.org. L’unica che riesce a strapparci un applauso è proprio la Camusso, che cita integralmente la richiesta di ‘ritiro dei licenziamenti’. Marchesini e l’inascoltabile Bonaccini preferiscono il fumoso ‘bisogna trovare soluzioni’ o l’indimenticabile ‘Nessuno di voi rimarrà senza lavoro. Ci metto la mia faccia’ del presidente della Regione. Non ci ha detto però dove e a che condizioni intende spedirci a lavorare. Di sicuro non in Fiera. Con un esercizio di pazienza che ci avvicinerà sicuramente al paradiso, ascoltiamo in silenzio Bonaccini fino alla fine, poi, sempre muti e tenendoci per mano, lasciamo la sala. Risate, abbracci, sollievo, birre e patatine. Sarà un caldo autunno…”.