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Fiera, confronto rinviato a settembre: “Un passo avanti”

Restano sospesi gli esuberi, il tavolo riprenderà in autunno quando un riaccendersi della conflittualità metterebbe in crisi gli eventi dell’expo. All’annuncio, l’applauso dei lavoratori in presidio.

22 Luglio 2016 - 19:48

Presidio lavoratori Fiera (foto Zic)Cinque ore di confronto serrato, infine la decisione di fermare le trattative fino a settembre, confermando la sospensione della procedura di mobilità: questo il risultato dell’incontro tra le parti tenutosi oggi ad Ascom sugli esuberi (sospesi) per 123 dipendenti dell’expo.

Per i lavoratori, in presidio all’esterno per tutta la durata del confronto, ciò significa rinviare la questione all’autunno, quando l’attività fieristica sarà ripresa e un riaccendersi della conflittualità implicherebbe seri problemi per alcuni degli eventi più importanti del calendario bolognese. L’annuncio dell’esito della trattativa è stato accolto dall’applauso dei manifestanti.

Inoltre, i tavoli tra azienda e sindacati riguarderanno non solo la riorganizzazione del lavoro nei padiglioni, ma anche il piano complessivo di rilancio della società.

Durante l’incontro, il presidente Boni ha confermato che alcune società specializzate sarebbero interessati ad assorbire alcune decine di lavoratori che la Fiera interebbe esternalizzare: “Ipotesi respinte al mittente – dice Usb – C’è stato un passo in avanti, perché si è perso atto della questione che 123 licenziamenti non sono realistici: la Fiera ha bisogno di quei lavoratori”.

Si legge inoltre in una nota diffusa poco fa dalla stessa Usb: “Un primo parziale risultato, che consente di ripartire a settembre sulla base di una discussione ampia e non centrata sulla procedura di mobilità per i 123 part time della Fiera, e per la quale non smetteremo comunque di chiederne il completo ritiro. Un grazie enorme a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che con la mobilitazione hanno dato una formidabile dimostrazione di dignità e determinazione. Il valore della Fiera siete voi!”

L’Unione Sindacale di Base era intervenuta anche ieri, prima della svolta maturata oggi: “Il Presidente accoglie finalmente la richiesta di pressoché tutti i soci pubblici e privati di dare valore reale al termine ‘sospensione’ della procedura di licenziamento, ovvero senza limiti di tempo. Salvo poi, come riportato sui media, ‘stoppare’ i soci dichiarando di voler prima definire il ‘piano di ristrutturazione’ e solo successivamente il piano industriale. Se il ‘piano di ristrutturazione’ rappresenta l’ennesima variante semantica per rimettere sul tavolo i 123 licenziamenti, avvisiamo i vertici di BolognaFiere che la nostra disponibilità a rimanere al tavolo stesso non durerà un attimo di più del tempo necessario a prendere atto dell’ennesima presa per i fondelli per i lavoratori, i soci pubblici e privati, la cittadinanza tutta. Sembra, infatti, che Boni non voglia proprio sentire la campana che più voci stanno suonando: il piano industriale è la “conditio sine qua non” si discute di qualsivoglia “ristrutturazione”. Nel ribadire quindi il pieno sostegno dell’Usb alla mobilitazione dei lavoratori che durerà, questa sì, tutto il tempo necessario ad ottenere il “ritiro” dei licenziamenti, superando così la semplice sospensione, ci auguriamo di non presenziare all’ennesima farsa della dichiarazione a mezzo stampa per calmare le acque, che altro non nasconde la oscura determinazione a liberarsi del vero valore della Fiera di Bologna: i lavoratori e le lavoratrici”.