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Ferrara / La lega vuole espellere i facchini che scioperano, Si Cobas: “Respingiamo i ricatti”

All’indomani di gravi esternazioni dell’ex candidato leghista Fabbri, oggi nuovo picchetto alla Mirror di Sant’Agostino. Ridurre la vertenza a “una questione di nazionalità fa comodo ai populisti e a chi vuole stroncare le lotte operaie”.

02 Febbraio 2015 - 17:38

Picchetto Mirror (foto da fb Crash)Nuova giornata di blocchi alla Mirror di Sant’Agostino, a cui è seguito un presidio in prefettura dove è stata ricevuta una delegazione dei 14 lavoratori licenziati. Come spesso accade, sono i resoconti dei collettivi sui social network a delineare la cronaca della giornata. “Dall’alba siamo ai cancelli della Mirror di Ferrara per un picchetto operaio convocato dal S.I.Cobas”, scrive Crash: “Contro gli operai della Mirror continuano le aggressioni e le minacce di ritorsione dei fascio-leghisti della zona, non ultimo il [l’ex, NdR] candidato presidente regione Alan Fabbri della Lega Nord che con ferocia si è scaraventato contro l’iniziativa di lotta sollecitando le autorità locali a deportare gli operai (in maggioranza migranti) nei loro paesi di origine. Come sempre siamo al fianco degli operai della logistica, stretti da un legame forte di solidarietà di classe. Non lasceremo che nella nostra regione i picchiatori e i doppiopetti attacchino le lotte operaie! “.

“Questa mattina siamo tornati davanti ai cancelli della Mirror. Contro il licenziamento puramente politico di 14 lavoratori e le condizioni di sfruttamento ormai note all’interno dei magazzini della logistica blocchiamo le merci ancora una volta e vogliamo cambiamenti. Finché non rispettate gli accordi ai nostri posti ci troverete!”, racconta Hobo. Fa eco il Cua di Bologna: “Oggi un’altra importante giornata di lotta fuori dai cancelli della logistica. Blocchi alla ‪Mirror‬ di Ferrara per il reintegro di 14 lavoratori licenziati: dalle 5 si picchetta davanti ai cancelli dei magazzini, con l’arrivo immediato di camionette e polizia. Però la Lega con le sue dichiarazioni xenofobe non si è fatta vedere!”

In riferimento alle parole di Fabbri, attaccano i Si Cobas in una nota: “Respingiamo con forza ogni forma di ricatto verso i lavoratori extra-comunitari. Già la Questura di Bologna, ai tempi della vertenza della Granarolo, pensò bene di lanciare questa campagna infame minacciando i 51 lavoratori licenziati e i loro solidali stranieri di perdere il permesso di soggiorno a causa delle denunce qualora avessero continuato con i blocchi davanti ai cancelli di Cadriano. Tutti sanno come poi è andata a finire. In tutti i casi non si tratta di una questione di nazionalità (gli italiani contro “gli altri”), questo fa comodo a coloro i quali portano avanti una strategia populista e a chi tenta di stroncare le lotte operaie, ma di scontro fra classi sociali in lotta il cui livello, specie nel settore della logista, è elevato perché più evidenti sono le contraddizioni tra capitale-lavoro a causa del livello di super-sfruttamento. A noi il compito alzare la posta e di non limitarsi a dare una chiave di lettura unicamente sindacale”.