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Egitto / Governo presenta dimissioni all’Esercito

Centinaia di migliaia di persone in piazza Tahrir, ieri quaranta morti e centinaia di feriti negli scontri con le forze armate, tensioni anche stamattina.

22 Novembre 2011 - 13:06

(dal sito di Radio Onda d’Urto)

Situazione ancora calda, in Egitto, dove il primo ministro, Essam Sharaf, e il suo governo, hanno presentato le dimissioni al Consiglio Supremo delle Forze Armate. La situazione al momento rimane in stand by, anche se quello che è probabile é che le elezioni parlamentari si terranno secondo il calendario previsto, a partire dal 28 novembre. In Piazza Tahrir centinaia di migliaia di persone si sono radunate ieri sera dopo gli scontri che hanno provocato la morte di 40 persone e centinaia di feriti.

Nuovi scontri, seppur isolati, si registrano stamattina a Il Cairo con una ventina di feriti, di cui almeno tre in gravi condizioni. Secondo una fonte medica la polizia in questi giorni starebbe usando un gas diverso da quello impiegato negli scontri del gennaio scorso: si tratterebbe di una sostanza che ha un effetto più forte, provocando un blocco del sistema nervoso, con effetti che spariscono solo dopo alcune ore.

Intanto i manifestanti in piazza Tahrir cercano di immaginare un altro Egitto rispetto a quello dei militari o degli estremisti islamici. Nella grande arena dove alcune migliaia di manifestanti hanno trascorso la notte sono presenti sostenitori di almeno quattro candidati presidenziali di diversa tendenza: Mohamed el Baradei, ex direttore generale dell’Agenzia Atomica Internazionale, di tendenza liberale e gradito agli occidentali; il candidato progressista Sabahi, capo del partito Karama (Dignità); il Fratello Musulmano Foutouh ed il candidato salafita Ismail. I manifestanti intenderebbero proporre un governo di salute nazionale composto da questi quattro esponenti, che dovrebbero rilevare il potere attualmente gestito dal Consiglio Supremo delle Forze Armate. Su posizione più radicali invece i giovani del 6 aprile e della Coalizione dei giovani rivoluzionari, che hanno convocato per oggi una grande marcia contro lo strapotere dei militari.

Alla marcia non ci saranno i Fratelli Musulmani d’Egitto, la forza politica meglio organizzata del paese. Il Partito della libertà e giustizia, organo politico dei Fratelli, hanno annunciato che questa decisione nasce dalla preoccupazione di non “trascinare il popolo verso nuovi scontri sanguinosi con partiti che cercano vantaggi dalle tensioni”. In realtà i Fratelli Musulmani temono di perdere appeal in vista delle elezioni del 28, dove sono dati come partito di maggioranza relativa dopo anni di ostracismo durante il periodo di Mubarak.