Editoriale

Editoriale / Il sessismo e la piazza Cgil

Ieri presidio contro i tagli alla scuola sotto al Nettuno. Dal palco, un ragazzo fa freestyle e lancia messaggi intrisi del più squallido sessismo. In tanti lo acclamano. Nessuno reagisce.

13 Ottobre 2012 - 15:11

Come in molte città italiane, ieri anche a Bologna si è svolta una manifestazione contro i tagli alla scuola promossa dalla Flc-Cgi e dalla Rete degli studenti. Presidio in piazza Nettuno con distribuzione di mele (“Siamo alla frutta”), breve corteo con passaggio sotto la Questura e proseguimento del sit-in di nuovo davanti alla Salaborsa.

Non ci dilunghiamo sulla distanza che la Rete degli studenti, attraverso la stampa, ha voluto prendere dal corteo di una settimana fa organizzato dai collettivi autonomi e antagonisti: solito giochetto della distinzione tra “buoni” e “cattivi”, nulla di nuovo sotto il sole. Vogliamo spendere qualche parola, piuttosto, su un episodio che sarebbe bene non passasse inosservato: i cinque minuti di puro sessismo che hanno trovato spazio, proprio dal palco della Cgil e della Rete degli studenti, attraverso l’esibizione di uno dei ragazzi che hanno animato il presidio a suon di rap freestyle. Un compendio di maschilismo e machismo da far venire i brividi. Se il messaggio in parafrasi è “Succhia, succhia, almeno è un modo per farti stare zitta” non restano molti dubbi. E nella composizione non c’è stato un verso, uno, che si allontanasse anche di poco da quello riportato. Attorno al cantante, un altro paio di rapper gli davano la carica. Davanti al palco, decine di ragazzi saltavano di gioia e riprendevano la scena con gli smartphone.

Nei volantini sulla giornata di ieri, la Rete degli studenti invocava una “scuola di qualità”. La Cgil è quella delle piazze convocate al grido di “Se non ora quando?”, lanciato contro il modello “lesivo della dignità delle donne” imperante nell’era berlusconiana. E’ evidente, però, che tra questi slogan e il “succhia, succhia” c’è di mezzo un mare. Certo, è non si può pretendere che chi promuove una manifestazione possa sapere parola per parola cosa uscirà dalla bocca di chi prende un microfono. Certo, è possibile che nessuno tra gli organizzatori si sia accorto di quanto stava accadendo e per questo lo squallido spettacolo sia arrivato tranquillamente alla fine. Qualche domanda, però, dovrebbero porsela. Forse non solo e non tanto su quel cantante finito sul loro palco, quanto su una piazza di studentesse e studenti, professoresse e professori, che non ha reagito.

Il portavoce della Rete degli studenti, da piazza Nettuno, si affrettava ad assicurare la stampa che quella di ieri sarebbe stata una manifestazione “senza incidenti”. Proprio sicuro che sia andata così?