Editoriale

Editoriale / Di grandeur, caserme e polvere

Nella Bologna rivoluzionaria del 2017 ecco le grandi opere, i grandi eventi e le grandi idee che ha in serbo il Palazzo. Si cambia musica, si volta pagina, si tracciano nuove rotte. O no?

06 Febbraio 2017 - 15:26

Grandi opere, grandi eventi, grandi idee. Bologna la rossa si affaccia sul 2017 a passo di carica, con una spinta rivoluzionaria che solo il centenario dell’Ottobre poteva ispirare. Tutto nuovo, tutto innovativo, basta con un passato stantio, visto e rivisto. Si cambia musica, si volta pagina, si tracciano rotte mai esplorate prima.

E allora, la grande opera di tutte le grandi opere: basta con le grandi opere! Eccola, l’intuizione del Palazzo. Perchè stavolta, cento anni dopo, il Palazzo non si farà prendere. Troppo veloce, di mano e di pensiero. Niente Passante, dunque, perchè solo menti intorpidite possono pensare che il futuro sia ancora fatto di più strade, più cemento, più tubi di scappamento. Niente FiCo (con annesso super-hotel), perchè nessuno può davvero credere che un mostro metà Fabbrica e metà Contadino abbia qualcosa di buono da sfornare, se non profitti per i soliti noti. E bando anche ai grandi eventi, perchè la storia insegna e il Palazzo apprende: basta investire milioni di euro per la sfuggente fiammata di qualche taglio di nastro e sorridete, grazie. Allora, niente G7 sull’ambiente e ciao ciao anche al piccolo grande Expo sull’orticoltura, che se ne ha abbastanza di minestroni di ministri senza sapore e di esposizioni esposte a ogni speculazione.

Tutto annullato, non se ne fa niente. La grande opera è cancellare le grandi opere, il grande evento è rinunciare ai grandi eventi. Il Palazzo guarda lontano, ragiona veloce e moderno. E allora ecco, c’è spazio anche per le grandi idee. Via l’Xm24 dall’ex mercato per metterci una caserma dei Carabinieri? Ingenui i giornalisti che ci cascano e fessi, proprio fessi, voi che ci credete. Ma vi pare? E sù, sveglia, che la Bologna del 2017 mica è questa. La Bologna del 2017 è oltre, è smart, è trendy, è una startup cucina e fucina di startup e figuriamoci se pensa ancora che con la militarizzazione di un territorio si ottenga qualcosa, se non finta sicurezza che alimenti la paura. Il Palazzo vi depista, vi distrae, perchè ha ben altri piani per la testa e vi stupirà, vi lascerà a bocca aperta portandovi nel futuro senza neanche passare dal presente. Spazi autogestiti, casa a
chi non ce l’ha, laboratori gratuiti, cultura indipendente e muri colorati in tutte le caserme dismesse della città, perchè la Bologna del 2017 non ha nulla a che vedere con la Bologna, vecchia e triste, piena di edifici vuoti e cadenti lasciati a morire. E dopo le caserme, toccherà a tutti gli spazi sgomberati perchè “c’è un progetto”, ma poi l’unica novità sono i mattoni a sbarrare gli ingressi e altra polvere che s’accumula. Basta, anche questo sarà un ricordo e anche noi, per festeggiare, potremo finalmente cancellare la nostra inchiesta di qualche anno fa: è passato altro tempo, ben pochi di quegli spazi hanno ripreso vita e molti altri si sono aggiunti all’elenco. Ma basta, non pensiamoci più. Siamo nel 2017, ora, tutto cambia. Tanto che perfino la Trilogia Navile troverà finalmente un perchè. E anche un come, un quando, un chi: le speculazioni immobiliari che per di più naufragano saranno solo un ricordo, alè, perchè il Palazzo ha cambiato passo e con certe schifezze ha chiuso per sempre.

Aria nuova, in città. E non solo per modo di dire, perchè si darà anche una bella rinfrescata urbana e tanti saluti alle polveri sottili che ci avvelenano ogni giorno di più. Perchè il Palazzo, nella Bologna rivoluzionaria del 2017, sa bene quali sono le vere priorità e non perde tempo in guerre ottuse e vetuste contro i centri sociali. Perchè a Palazzo, nella Bologna rivoluzionaria del 2017, non ci sono amministratori che si elevano ad oppositori di Trump per poi, qui, giocare ai piccoli Cofferati e realizzare i sogni più bagnati di leghisti e postfascisti. O no?