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“Dove sta andando l’Unibo?”

Una riflessione a cura di Noi Restiamo, che intanto nei giorni scorsi ha contestato “uno dei tanti incontri di propaganda ideologica sulle opportunità per i giovani nell’Ue”. Dal Lazzaretto solidarietà agli studenti di Scienze politiche.

22 Marzo 2017 - 12:12

“Dove sta andando l’Unibo?”. E’ la domanda alla base di un documento dallo stesso titolo prodotto dalla campagna Noi Restiamo, presentato nei giorni scorsi con un’iniziativa pubblica in via Zamboni 38 ed in distribuzione nelle varie facoltà. Il documento, consultabile sul sito NoiRestiamo.org, viene così presentato: “Di fronte alle trasformazioni che sta subendo l’Università sul piano nazionale e visti gli eventi accaduti negli ultimi mesi all’Università di Bologna, dall’installazione di meccanismi di controllo nella biblioteca di via Zamboni 36 fino all’intervento della celere all’interno dell’Università, riteniamo doveroso porci alcune domande e individuare alcune linee di ragionamento, anche a fronte dell’ondata di mobilitazione che questi fatti hanno prodotto. È a partire dagli anni Novanta che si assiste al progressivo snaturamento del ruolo dell’università pubblica in Italia, dando il via al processo di aziendalizzazione dell’istruzione accademica attraverso varie riforme (tra cui spicca il Bologna Process) che hanno sancito l’autonomia degli atenei dal controllo diretto del Miur e il principio di concorrenzialità tra di essi, la creazione di corsi di laurea a numero chiuso, la nascita della famosa struttura 3+2, il riordino dell’attività di ricerca (tra le altre cose spariscono i contratti a tempo indeterminato per i ricercatori), a cui si sommano i drastici tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Alla luce di queste cambiamenti, che tipo di università sta diventando l’Unibo? Su cosa sta puntando nella sua offerta formativa? Quali sono le conseguenze che produce?”.

Dalla presentazione del documento è nato un gruppo di ricerca, che si riunirà per il primo incontro il 29 marzo, di nuovo al 38.

Qualche giorno fa, intanto, sempre Noi Restiamo ha messo in atto una contestazione a  Scienze Politiche, dove “si svolgeva uno dei tanti incontri di propaganda ideologica sulle opportunità per i giovani nell’Ue. Abbiamo voluto portare anche noi qualche contributo, abbiamo ricordato il prodotto delle politiche economiche sui giovani dei paesi della fascia mediterranea, una realtà costantemente calpestata dalla retorica di istituzioni come le nostre Università. Per questo abbiamo simbolicamente attaccatto a terra quei numeri e quei fatti costantemente messi sotto i piedi. Alla guerra dall’alto verso il basso che l’intera classe dirigente europea sta perpetuando dalla firma dei Trattati di Roma ad oggi, dopo l’accelerazione impressa con il passaggio Maastricht, opponiamo la nostra ostilità all’Unione Europea, nel segno della solidarietà di classe e dell’internazionalismo”.

La stessa facoltà, pochi giorni prima, era stata teatro dell’aggressione fascista denunciata dall’Assemblea InterFacoltà e da Hobo. Sull’episodio, scrive il Lazzaretto: “Durante la nostra assemblea di questa sera (ieri, ndr) abbiamo discusso di quanto accaduto  giovedì scorso a Scienze politiche dove un’iniziativa politica dei compagni di Hobo e Scienze politiche è stata vilmente disturbata da cinque fasci. L’assemblea del Lazzaretto Autogestito esprime la sua piena solidarietà ai compagni aggrediti. Sempre e ovunque contro ogni fascismo!”.