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Dopo lo sgombero, la promessa: “Presto rioccuperemo”

Venti famiglie ospitate provvisoriamente dal Comune in albergo, otto persone in dormitorio. Solidarietà agli abitanti da molte realtà di base. Social Log denuncia: “Requisiti telefoni cellulari”. Rinviato uno sfratto in via Bolognese.

11 Ottobre 2016 - 21:51

Sgombero de Maria - © Michele LapiniL’intervento militare di stamattina allo stabile di via De Maria, che ha seguito di pochi mesi quello alle mura Galliera, non arresterà la lotta per il diritto all’abitare e le pratiche di appropriazione diretta. E’ con questa promessa di Social Log e inquilini resistenti che si è chiuso nel pomeriggio di oggi il presidio che ha occupato per ore  piazza Liber Paradisus, fino alla conclusione delle operazioni di sgombero.

Dalle testimonianze degli sgomberati emerge la violenza di polizia e carabinieri, che hanno reso impossibile a chiunque avvicinarsi allo stabile blindando l’intero quartiere dall’alba.

Nel pomeriggio Social Log ha diffuso un video di uno degli occupanti fasciato alla testa all’ospedale, e ancora molto scosso dalle botte prese, e alcune righe sullo stato degli occupanti: “Arrivano dichiarazioni dagli occupanti di via de Maria, che affermano come a seguito delle operazioni di sgombero siano stati requisiti da parte del personale PS diversi telefoni cellulari sui quali si trovava materiale foto e video sul cruento sgombero di oggi, al fine di cancellarlo. Dopo aver visto come oggi alla stampa sia stato impedito l’accesso alle palazzine durante lo sgombero, così anche agli occupanti che filmavano le violenze è stato impedito l’esercizio del diritto di cronaca!”

Numerosi attestati di solidarietà agli occupanti dello stabile di via de Maria, sgomberato questa mattina. Tra le sigle intervenute: Laboratorio Crash, Cua, Cas, Asia-Usb, Usb, Sportello Anti-sfratto Imola, Rete Eat the Rich (che ha anche organizzato un pranzo a sostegno del presidio), Vag61, Coordinamento Migranti, Xm4, Làbas, Tpo, Lazzaretto Autogestito, Hobo, Noi Restiamo, Cispm e Pugno Chiuso.

Sgombero de Maria - © Michele LapiniL’amministrazione comunale ha dichiarato nel pomeriggio di aver fornito “accoglienza temporanea” negli alberghi del territorio a 14 nuclei familiari con minori, a due coppie con donne in stato di gravidanza e a sei nuclei composti da persone adulte ma in stato di fragilità. Per otto singoli, invece, pare sia stata attivata l’ospitalità in dormitorio.

Gli attivisti di Social Log hanno comunque promesso durante il presidio: “Presto ci sarà una nuova occupazione: è inevitabile, vista la situazione”.

“A Roma o Milano – aggiungono – dove ci sono molte più occupazioni che a Bologna, e molto più grandi, gli sgomberi sono sempre mediati dagli assistenti sociali, mentre qui Polizia e Carabinieri sono subito entrati con la forza, e i Servizi sociali sono arrivati solo più tardi”. Il collettivo rende noto inoltre di aver bloccato uno sfratto in Via Bolognese: “Questa è la Bologna solidale, contro il Pd renziano delle cariche e dei manganelli verso i poveri!”.

C’è da registrare infine che il trattamento riservato ai cronisti ha smosso perfino l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, che ha espresso “la sua ferma condanna nei confronti del comportamento di quel Carabiniere che, durante lo sgombero di uno stabile a Bologna, di fronte al richiamo al diritto di cronaca effettuato da un collega dell’emittente Radio Città del capo che voleva avvicinarsi alla zona dell’intervento per meglio documentare i fatti, ha risposto negando tale diritto”.