Acabnews Bologna

Dopo cacche e bivacchi, Merola se la prende con le biciclette

Nella calura estiva si scoprono le priorità della nuova giunta comunale. Dopo il ritorno del tormentone anti-degrado, tolleranza zero anche per le bici contromano o sotto i portici

11 Agosto 2011 - 17:32

Sotto il solleone a Bologna sembra non succedere nulla. Ma la politica cittadina non va mai del tutto in vacanza, e il chiacchiericcio torna utile per scoprire, man mano, cosa c’è e cosa non c’è nell’agenda della nuova giunta comunale. Abbiamo appreso ad esempio che non ci sono l’emergenza profughi e la polveriera che ne è scaturita nei servizi di accoglienza: è solo un problema di Questura, convengono gli assessori al welfare di Comune e Palazzo Malvezzi.

Ma c’è tanto altro. C’è la difesa dei poveri artigiani e piccoli imprenditori, che rischiavano di trovarsi senza lavoro e sul lastrico per la vicinanza con il capannone dato in assegnazione al Lazzaretto: se ne dovranno andare, dice Merola, ancora prima di aver aperto. Ci sono i finanziamenti alle scuole private (non sono mai abbastanza!). C’è la lotta al Terribile Degrado, che il neosindaco individua nei bivacchi di giovani caciaroni, nelle pisciate sui muri e nelle cacche dei cani: tolleranza zero!

Una bici bianca posizionata nel 2009 in via Saragozza, nel punto in cui morì un ciclista 24enne

Oggi c’è una new-entry tra i nemici del nostro Virginio: la bicicletta. Contro chi va contromano o sotto i portici, rischiando a ogni pedalata di scatenare una strage, “è giusto sanzionare”, scrive Merola su facebook. Non solo: i cittadini sono invitati a “redarguire chi non osserva queste banali regole del vivere civile, allertando contestualmente le forze dell’ordine se ce ne fosse bisogno”.

Bravo sindaco. I ciclisti stiano al loro posto tra i branchi di scooteroni, gli autobus snondabili e i suv, oppure percorrano le piste ciclabili disegnate sui marciapiedi a slalom tra alberi e cassonetti e che puntualmente finiscono nel nulla in mezzo a qualche incrocio trafficatissimo. E se ogni tanto ne muore uno, pazienza.