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De Pieri può tornare in città, ma solo per lavoro

Il giudice ha respinto la richiesta di passare all’obbligo di firma. Sale a 17 giorni il referto dell’agente spintonato. Intanto Merola difende la Procura. Aumentano le adesioni all’appello di solidarietà.

02 Settembre 2015 - 17:36

Gianmarco De Pieri (foto Globalproject)Gianmarco De Pieri, dopo essere stato colpito da un divieto di dimora, potrà rientrare a Bologna ma solo per lavorare: terminata la giornata lavorativa, dovrà uscire dal territorio comunale. É la decisione presa oggi dal giudice dopo l’interrogatorio di garanzia di stamattina. Respinta, quindi, la riduzione
della misura cautelare chiesta dall’avvocato Simone Sabattini, che aveva proposto di commutare il divieto di dimora in un obbligo di firma. Secondo il giudice, questa soluzione “non appare attualmente utile ad evitare il pericolo di reiterazione” del reato, “poichè le condotte che si ritiene necessario evitare potrebbero comunque verificarsi in date e orari non preventivabili”. All’attivista del Tpo è stato concesso anche il permesso di partecipare, domani, ad una riunione informativa del nido a cui è iscritto il figlio. Prima del pronunciamento del giudice, la Procura aveva dato parere negativo alla richiesta di ridurre la misura cautelare. Inoltre, i pm hanno portato in udienza un nuovo certificato medico riguardante l’agente che De Pieri è accusato di aver spinto durante lo sgombero di Villa Aldini: alla prima prognosi di sette giorni se ne aggiungono addirittura altri 10.

Sempre oggi, sul caso ha preso parola il sindaco Virginio Merola, con l’intenzione di stoppare il dibattito sorto nel mondo politico, Pd compreso, sul divieto di dimora: “Le interpretazioni delle iniziative della magistratura potremmo sicuramente risparmiarcele. La magistratura opera in piena autonomia e applica le leggi”, ha detto il sindaco, dando man forte a chi in questi giorni ha difeso il provvedimento emesso contro De Pieri, perchè “siamo in uno Stato democratico e quindi non commentiamo repressioni che non esistono”.

Nel frattempo, si allunga l’elenco di adesioni all’appello di solidarietà diffuso ieri: tra le nuove firme ci sono anche quelle di Pino Cacucci, Ivano Marescotti, Daniele Luttazzi. L’elenco in aggiornamento è consultabile sul sito del Tpo.