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Daspo Urbano, pioggia di “no” sul Merola in versione Minniti

Critiche da centri sociali, collettivi e associazioni dopo la prima applicazione del provvedimento introdotto dalla legge Minniti. E anche a livello istituzionale non mancano gli stop.

23 Novembre 2017 - 20:03

Pioggia di critiche sui primi provvedimenti di Daspo urbano applicati a Bologna, nel caso specifico a carico di dieci persone sanzionate dalla Polizia municipale perchè dormivano in strada, sotto i portici di viale Masini. Scrive il Tpo: “A Bologna viene applicato per la prima volta il ‘Daspo urbano’, l’infame strumento introdotto dalla legge Minniti-Orlando, facendo leva sulle più terribili retoriche securitarie e alimentando una guerra tra poveri nelle peggiori derive populiste. Questo strumento è stato già applicato in altre città italiane per discriminare, escludere, marginalizzare, reprimere. Invece di fornire risposte concrete alla dilagante povertà e combattere l’esclusione sociale (attraverso efficaci politiche sul welfare, sulla casa, sul lavoro), la priorità dell’amministrazione comunale bolognese diventa ‘il decoro urbano’ con l’applicazione di questo atto amministrativo, che è immediatamente effettivo. Così ieri notte (due notti fa, ndr) nei pressi della stazione di Bologna la giunta Merola ha sanzionato e punito dieci senza tetto, che avevano trovato sotto i portici della nostra città riparo e rifugio: la loro ‘colpa’ non avere una casa dove dormire. Una scelta chiara del governo cittadino, che, in piena continuità con il governo nazionale e con il Pd, rende esecutive misure securitarie ed escludenti, non interrogandosi minimamente sulle cause delle situazioni di estrema povertà, applicando soluzioni respingenti e senza dare corpo ai bisogni sociali che abitano la città. La Bologna accogliente, aperta e solidale non può restare indifferente: contro queste misure securitarie ed escludenti, combattiamo per conquistare diritti, giustizia sociale, libertà per tutt@!”.

Questo il commento di Social Log: “Abbiamo appreso dai giornali che per la prima volta è stato utilizzato il Daspo urbano a Bologna. Non ci interessa commentare le acrobatiche e machiste giustificazioni della giunta Merola per giustificare l’impiego di quello scellerato strumento. Noi conoscevamo quelle persone: dormivano da tempo davanti al primo spazio di Social Log e spesso gli abbiamo fornito soccorso materiale e informazioni. Lo strumento del Daspo urbano attivato dalla legge Minniti va abolito immediatamente in quanto utile solo ad aumentare dolore e sofferenza per chi si trova già in condizioni disagiate in nome di una concezione del decoro che mal cela il disprezzo contro le povertà e le vite ai margini. Nella nostra città si sta consolidando una tenaglia: da una parte la crociata contro le occupazioni abitative e la resistenza agli sfratti e dall’altra l’impiego del Daspo urbano rivolto contro i senza tetto. Questa tenaglia è ancora più insopportabile davanti alle decine di migliaia di metri quadrati di costruito e non utilizzato di proprietà sia privata che pubblica! Una vera vergogna che macchia l’amministrazione e chi applaude a sgomberi, sfratti e impiego di Daspo! D’altro canto chi si impegna nella lotta per il diritto all’abitare o vive l’emergenza abitativa sulla propria pelle sa bene che né gli sgomberi in pompa magna e né la decorose punizioni del Daspo faranno sparire l’emergenza abitativa nella nostra città o la necessità di avere un tetto sopra la testa o di ripararsi dal freddo di questo autunno da settimana già pungente. Per noi, movimento di lotta per il diritto all’abitare, all’ordine del giorno c’è l’impegno a rompere questa tenaglia puntata contro le forme delle nuove e vecchie povertà della nostra città rivendicando praticamente lo slogan e programma politico di chi si ostina a costruire la Bologna della solidarietà: casa, reddito e dignità”.

Così Hobo: “Di sinistra istituzionale non se ne può più parlare. Punto. Chi ancora pensa che nello scacchiere parlamentare europeo o nostrano ve ne sia ancora traccia, o vive nel mondo dei sogni, oppure sta con ‘i sinistri’. Per sinistri intendiamo coloro che attraverso la frasetta – ‘questa è una riforma di sinistra!’ – si propongono come scudieri, alfieri e apripista dei padroni e, di conseguenza, come loro fidi cani da guardia; s’intendono coloro che di uguaglianza, solidarietà ed empatia non si sono mai preoccupati; s’intendono coloro che non stanno a destra non per scelte etiche o politiche, ma per convenienza. E’ colpa di tali personaggi se la psiche collettiva è distrutta e depressa, se siamo obbligati, ogni giorno, ad essere in ansia per il giorno successivo. I sinistri del Pd ieri ci hanno detto: ‘Vale più l’aspetto esteriore della città che la vita di un uomo o di una donna’ – ma non solo ieri, ce lo dimostrano da anni -.  Oggi possiamo dire che scacciare picchiare e depredare, che l’ essere complici della costruzione di nuovi campi di concentramento siano attività necessarie da accettare per considerarsi un sinistro. Oggi il Pd incarna la volontà dei sinistri; oggi il Pd è il primo nemico da abbattere”.

Per l’associazione Antigone “sono state sanzionate dieci persone colpevoli di dormire per strada, colpevoli di non avere un tetto. È stato applicato il Daspo urbano previsto dal Decreto Minniti, che permette di punire per legge il più debole per salvaguardare un astratto concetto di decoro urbano. Come Antigone Emilia-Romagna avevamo segnalato che i decreti sulla sicurezza urbana e sull’immigrazione recentemente emanati dal Governo italiano con la firma del ministro dell’Interno rispondono alla logica di contenere ed escludere una parte della popolazione. Il discorso sulla sicurezza legittima l’utilizzo di strumenti repressivi nella gestione di problemi sociali e stigmatizzando mendicanti, senzatetto e migranti diviene paradigma di un Governo che si legittima per la sua capacità di punire i poveri. Gli enti locali da dispensatori di welfare diventano applicativi di dispositivi securitari e invece di creare le condizioni per cui chi non ha una casa possa trovarla sanzionano chi possiede solo qualche coperta e un materasso, sicuramente poco decoroso e poco sicuro per chi è costretto a vivere così. Ma, come si dice, occhio non vede… Davvero a questo sono ridotte le politiche sociali in questa città? Non possiamo non opporci al segno di una stagione buia, fatta di repressione come soluzione a domande sociali”.

A detta di Piazza Grande si sta parlando di una misura “la cui struttura è fortemente discriminatoria verso la povertà: per la prima volta dal 1938 c’è una legge che discrimina una parte sociale sulla base della sua condizione”.

L’associazione Avvocato di strada fa sapere: “Se qualcuna delle persone colpite da Daspo urbano si rivolgerà a noi valuteremo la legittimità del provvedimento, e se lede i diritti individuali lo impugneremo, perchè per noi tutelare i diritti dei piu’ deboli significa tutelare i diritti di tutti”.

Anche a livello istituzionale la svolta a destra del sindaco Merola fa incetta di bocciature: da Sinistra Italiana a Coalizione civica, passando per i dubbi manifestati da Cgil, Cisl e Uil. Ma anche pezzi del Pd hanno criticato i Daspo e perfino la Lega nord ha negato a Merola la soddisfazione di vedere almeno qualcuno contento (i Daspo rischiano di essere solo uno “spot”, ha detto il Carroccio). E l’assessore regionale alla Legalità, Massimo Mezzetti, parla di misura più che altro “propagandistica”.