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Cusb, lavoratori a rischio cig e impianti lasciati all’incuria [foto+comunicati]

Presidio in rettorato, l’Ateneo apre ma non si sbilancia: “Faremo la nostra parte”. I lavoratori: “Alma Mater garantisca occupazione e manutenzione”. Usb: “Doppia faccia dell’Università”. Exarchia: “Dimostra disinteresse verso dipendenti e studenti”.

25 Novembre 2014 - 17:15

Protesta lavoratori Cusb (foto Zic)Ventinove lavoratori del Cusb (centro universitario sportivo) rischiano cassa integrazione e licenziamento. Oggi, supportati dall’Usb, si sono riuniti in presidio davanti al rettorato, mentre era in corso una riuione del Cda, e hanno incontrato i prorettori Ferrari e Nicoletti.

“Ci rifiutiamo di firmare la cassa integrazione per dei lavoratori che hanno già pagato abbastanza e fatto ampi sacrifici”, afferma il sindacato. “Faremo ovviamente la nostra parte, in modo tale che si possa trovare una soluzione”, dice Ferrari, senza sbilanciarsi troppo.

Ma non è l’unico problema che sollevano i lavoratori: molti impianti di proprietà dell’Ateneo e gestiti dal Cusb sono in stato di “incuria e abbandono”. Il prorettore nega che la situazione sia così grave ma riconosce che ci siano criticità, a partire dalla piscina Record del Pilastro: “E’ un cantiere molto sofferto, ma sul quale ci stiamo impegnando affinché vengano risolti i mille problemi che accompagnano questa struttura. Ci sono stati ritardi, dovuti sia ad alcuni imprevisti tecnici che alle difficoltà dell’impresa, che alla fine abbiamo dovuto abbandonare perché non rispondeva agli obblighi contrattuali”.

 

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157649049842769/show/

 

> I comunicati:
Impianti sportivi universitari dismessi o lasciati all’incuria e all’abbandono.

Si vogliono tagliare i costi e mettere in Cassa Integrazione i dipendenti.

I lavoratori non ci stanno!

 

Giovedì 20 novembre il Commissario del Centro Universitario Sportivo di Bologna ha convocato i sindacati per affermare l’intenzione di richiedere la Cassa Integrazione per i 29 dipendenti del Cusb. Il Cusb altri non è che il “braccio sportivo” dell’Università di Bologna, l’associazione che gestisce gli impianti sportivi di proprietà della stessa.

Tale richiesta arriva dopo le sofferte vicissitudini che hanno visto protagonista il Cusb negli ultimi mesi, con l’acquisto e la vendita della piscina Sterlino e il commissariamento dell’associazione. Queste hanno già fortemente pesato sulle condizioni dei lavoratori. Essi hanno infatti dovuto pagare le errate scelte gestionali con la riduzione dello stipendio dei collaboratori del 20%, con il continuo ritardo dei pagamenti degli stessi (fino a 4 mesi) e con un cambio di contratto nazionale per i dipendenti peggiorativo per quel che riguarda tutele e retribuzioni. Ma ovviamente non è questo che ha risolto la precaria situazione economica del Cusb che che ora vuole cercare di risparmiare pochi altri spiccioli rifacendosi sulla pelle di chi da tempo collabora con esso.

Il Cusb ha sofferto negli anni un calo d’entrate economiche, che si sono progressivamente ridotte a causa dei mancati interventi di manutenzione straordinaria degli impianti in cui opera. Manutenzione che spetta per legge alla proprietà degli stessi, ovvero all’Università di Bologna. Questo ha comportato la dismissione di alcune delle strutture sportive più rilevanti, citiamo ad esempio la parete di arrampicata sportiva in via del Terrapieno e la palestra fitness del Centro Sportivo Record.

Sebbene non abbia ancora sperimentato la chiusura, il resto degli impianti soffre comunque di incuria ed abbandono, che ovviamente influiscono sull’accessibilità agli impianti causando una perdita di utenza e di guadagno. Caso emblematico è quello del Centro Sportivo Record che, nonostante sia stato ristrutturato di recente, ha subito interventi che hanno peggiorato l’efficienza dello stesso, ovviamente ad opera di aziende appaltatrici aggiudicatesi le gare al massimo ribasso.

Il Rettore Dionigi afferma che: “è evidente la dimensione educativa, culturale e sociale dello sport. Ed è altrettanto evidente quanto sia importante sostenere le attività sportive per tutte le Istituzioni, soprattutto per l’Università”. Ci chiediamo allora perchè l’Università non intervenga per sanare le disfunzioni del proprio patrimonio impiantistico o, peggio ancora, si limiti ad intervenire malamente sprecandosi in interventi inefficaci e deleteri che aumentano solamente lo sperpero di denaro.

Riteniamo che l’abbandono di strutture sportive rilevanti a livello cittadino da chi si dichiara primo sostenitore dell’importanza delle stesse sia inaccettabile. Ma soprattutto riteniamo inaccettabile che il disimpegno dell’Università vada a colpire i lavoratori, che si troveranno a subire la cassa integrazione. Una cassa integrazione il cui finanziamento è garantito solo fino al maggio 2015, data in cui si sostituiranno ad essa le procedure di licenziamento.

Pretendiamo che L’Università

si prenda carico del ripristino e della manutenzione dei suoi impianti sportivi perchè tornino pienamente efficienti e operativi

garantisca la piena retribuzione e occupazione di tutti i lavoratori del Cus Bologna che si adoperano per il funzionamento degli impianti.

 

Le lavoratrici e i lavoratori CUSB

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La doppia faccia dell’Università di Bologna tra la disponibilità del prorettore Ferrari e la richiesta di cassa integrazione per i lavoratori CUSB

Bologna – martedì, 25 novembre si è tenuto il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori del Cusb, di fronte al rettorato, contro l’intenzione dell’azienda di procedere alla cassa integrazione per 29 dipendenti.

Dopo il commissariamento dell’associazione e la vendita della piscina Sterlino, questo è l’ennesimo tentativo di attacco alle lavoratrici e ai lavoratori del CUSB, il cui caro prezzo è già stato pagato dagli stessi attraverso il cambio del contratto nazionale per i dipendenti con condizioni peggiorative rispetto a tutele e retribuzioni, con la riduzione del 20% dello stipendio dei collaboratori, con il continuo ritardo dei pagamenti degli stessi. A questi si aggiungono i numerosi lavoratori che da sempre pagano attraverso la forma più precaria di lavoro, il voucher.

Il CUSB ha subito negli anni un calo di entrate economiche a causa dei mancati interventi di manutenzione straordinaria degli impianti in cui opera e che ha comportato la dismissione di alcune delle strutture sportive più rilevanti, mentre il resto degli impianti soffre comunque di incuria ed abbandono che influiscono sull’accessibilità agli impianti causando una perdita di utenza e di guadagno.

Il prorettore Ferrari ha ascoltato le motivazioni del presidio esposte da USB, dalle lavoratrici e dai lavoratori, impegnandosi a verificare lo stato delle manutenzioni degli impianti e a cercare una soluzione volta a scongiurare la cassa integrazione, oltre che farsi portavoce di una richiesta di incontro con il rettore.

Respingiamo al mittente qualsiasi tentativo da parte dell’azienda di intimidazione ai danni della delegata e delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti a USB. Riteniamo che non si scongiuri il ricorso alla cassa integrazione attraverso la firma della stessa, ma mettendo in atto ogni forma di mobilitazione preventiva a tutela dell’occupazione.

Usb Lavoro Privato

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Ancora una volta l’Università di Bologna dimostra la propria incuria e il proprio disinteresse verso studenti e dipendenti. Il Centro
Universitario Sportivo di Bologna dopo anni di mala gestione e indebitamento è ora commissariato e si trova a gestire strutture di
cui l’università non vuole pagare le opere di manutenzione. La situazione disastrosa in cui si trova il Cusb ricade sui lavoratori
che da mesi vengono pagati in ritardo e che ora l’unibo vuole mettere in cassa integrazione.

Per opporci allo smantellamento continuo e indiscriminato dell’Università e supportare la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici CUSB oggi siamo stati in piazza con loro, davanti al rettorato, in cui si è svolto il CdA dell’unibo, vero responsabile di queste politiche.

Collettivo Exarchia