Culture

Culture / L’Egitto di El Attar, parodia della borghesia di una nazione

In scena “The Last Supper”, per volgere lo sguardo oltre i confini europei, in un momento che richiede particolare attenzione per la storia e le dinamiche sociali dei paesi arabi.

26 Gennaio 2016 - 14:19

di Simona De Nicola

The last supperArriva all’Arena del Sole di Bologna The Last Supper, lo spettacolo di Ahmed El Attar, regista, traduttore e drammaturgo del panorama indipendente egiziano, tra i più apprezzati in tutta Europa. El Attar ha fondato lo Studio Emad Eddin Foundation, un progetto unico che offre spazi per le prove e lo studio agli artisti nel campo delle arti performative in Egitto.

The Last supper offre al pubblico la possibilità di guardare oltre i confini del nostro continente, in un momento, come quello attuale, che richiede una maggiore attenzione e conoscenza della storia e delle dinamiche sociali dei paesi arabi. The Last Supper si svolge alle soglie della “primavera” egiziana; una famiglia dell’alta borghesia del Cairo si riunisce a cena: il banchetto diventa l’occasione per mettere a nudo, attraverso un’attenzione particolare al linguaggio e ai gesti, la parodia della borghesia di una nazione, i cui problemi economici, politici e sociali sono evidenti.

Lo spettacolo, che viene rappresentato in lingua araba, con sottotitoli in italiano, lascia trasparire fin da subito un’ironica somiglianza con l’iconografia dell’ultima cena di Cristo: i commensali sono fianco a fianco, in pose innaturali e stereotipate. Nel momento in cui l’Egitto post-rivoluzionario affronta importanti sfide, le loro conversazioni sono disattente, frivole e rivelano una certa ossessione per il denaro, l’apparenza e un notevole disprezzo nei confronti del popolo. Il deterioramento del linguaggio diventa il sintomo di un’irrefrenabile crisi di valori.

“Due temi sono stati al centro del mio lavoro nel corso degli anni – dichiara il regista – uno è la famiglia e le sue strutture di potere interne e l’altro è il rapporto di interdipendenza tra padrone e servo. Entrambi riflettono le più ampie dinamiche presenti all’interno della società così come la sua perpetua crisi nascosta”.