Acabnews Bologna

Cua: rischio sospensione per cinque studenti

L’ateneo ha comunicato l’apertura dell’istruttoria per le misure disciplinari ai ragazzi ritenuti responsabili delle contestazioni ad Angelo Panebianco.

29 Aprile 2016 - 18:55

Panebianco (foto fb Cua)Nell’ultimo periodo abbiamo visto vari organi e figure dell’Università di Bologna riempirsi la bocca con la retorica della libertà d’espressione, soprattutto in seguito alle contestazioni ad Angelo Panebianco.

Successivamente a quelle contestazioni, portate avanti da universitari nei confronti di un professore dell’Alma Mater, sono scattate delle misure disciplinari recapitate in questi giorni a 5 studenti e studentesse. Misure disciplinari che preludono alla possibilità di sospendere dall’Università chi non adegua la propria condotta al Codice Etico, in vigore ormai da oltre un anno.

Già un anno fa abbiamo visto mettere in campo le stesse modalità repressive e di controllo, allora toccò a chi da anni è attivo nei percorsi culturali e d’autogestione in via Zamboni. Oggi provano nuovamente a colpire chi esprime dissenso all’interno dell’Università.

Il Codice Etico e queste sanzioni non sono altro che un metodo per colpire tutti e tutte coloro che, studenti e studentesse dell’Ateneo di Bologna, credono sia opportuno, necessario ed urgente prendere parola, contestare ed esprimersi all’ interno delle proprie facoltà. Non ci muove un capriccio ideologico, ma la preoccupante piega che l’università italiana, come sistema di riproduzione sociale e disciplinamento, sta prendendo. Questi provvedimenti escludono e condannano un’idea differente e alternativa al modello di Scuola-Azienda imposto e prefigurato, mirano a silenziare ogni voce o pensiero critico.

A ciò vogliamo aggiungere, e non per inciso, che i contenuti di quella contestazione (che il mantra accusatorio evitò di cogliere) non erano affatto pretestuosi. A Panebianco contestammo il viatico consegnato, col suo editoriale sul Corriere della Sera, ad una missione bellica a guida italiana in Libia. E’ di questi giorni la conferma che un contingente militare, su sollecitazione di Serraj e con l’immediato accordo di Renzi, partirà per quei territori in difesa dei pozzi petroliferi. Eravamo pazzi?

Secondo l’Alma Mater, dunque, se non si fa come dice lei bisogna pagare, rischiando anche la sospensione! Nel 2016, nell’università neo-liberale, evidentemente si può essere colpiti per una semplice contestazione. Alla faccia della libertà di espressione, alla faccia di quegli stessi pilastri ideologici che sarebbero alla base dell’Ateneo più antico d’Europa!

Come dicevamo un anno fa, non possiamo accettare e non possiamo permetterci – tutti noi! – di far passare un provvedimento di questo tipo. Vogliamo essere liberi di contestare, organizzarci e discutere, senza per forza avere il vostro patrocinio, Alma Mater. E siamo sicuri che in tanti e tante che attraversano l’Università di Bologna rifiuteranno questi provvedimenti.

Pronti ad andare avanti e rompere ogni sanzione o sospensione che tenterete di portare avanti!

Collettivo Universitario Autonomo Bologna