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Cua: “Danneggiamento aggravato? Guardate il video…”

Piazza Verdi, il collettivo replica alle dichiarazioni del sindaco Merola: “Ottuso continuare a denunciarci, il vero degrado è il presidio delle forze dell’ordine accanto al Teatro comunale”.

06 Settembre 2013 - 19:44

Quello che direbbe Photinia…

Il fatto che Merola si costituirà parte civile contro la nostra iniziativa di riqualificazione dal basso del Teatro Comunale denunciata dalle autorità come “danneggiamento aggravato” crediamo che non meriti commenti e rimandiamo al video allegato che smentisce anche le menzogne della stampa che omette di riferire che il muro del teatro è stato tinteggiato in maniera uniforme e riqualificato con anche un tocco artistico adeguato al contesto sembrandoci questa volta davvero in malafede, rispetto anche alle loro stesse versione online di ieri pomeriggio. Siamo vicini agli affezionati lettori che passeranno dal teatro o che vedranno il nostro video…

Preferiamo invece rivolgerci agli elettori di Merola, quelli insomma che hanno speso 2 euro per eleggere il governo dell’inciucio tra PDL e PD, il governo dei corrotti, e gli diciamo: “Ricordatevi di questo episodio quando in campagna elettorale vi parleranno di partecipazione, di impegno civile, di città adeguate ai bisogni dei cittadini. E ricordatevi che per aver cancellato la parole ‘duce’ dal teatro comunale, il vostro sindaco ha aggredito penalmente gli studenti universitari della vostra città che si fanno in quattro per difendere il diritto all’assemblea (come accaduto tra maggio e giugno) e per rendere accoglienti gli spazi e i territori che abitano. Ricordatevi anche lo sfregio delle auto blu parcheggiate in quella piazza… la fotografia migliore della Piazza Verdi di Merola”. Ma adesso parliamo di cose più interessanti…

L’iniziativa di ieri è inserita in un contesto di partecipazione politica dal basso degli studenti che integra la battaglia che portiamo avanti sul sapere e sulle conoscenze che vengono prodotte dall’università – fronte sul quale siamo storicamente attivi con costruzione di seminari, controcorsi, presentazioni di libri, proiezioni di film e documentari, incontri con autori e personaggi della cultura, dell’arte, della musica del giornalismo. Accanto alla critica dell’università italiana sempre più dequalificata, crediamo che si debba legare una battaglia per i diritti e bisogni del soggetto studentesco che dentro la crisi e con le politiche di austerity è sempre più sotto attacco. Lo facciamo da soli, autonomi e in maniera partecipata perché, è inutile dirlo, la politica dei partiti ha perso ogni legame con la realtà e la popolazione.

A Bologna il nodo della cultura e del sapere che produce incontro, differenza e meticciato è passato negli ultimi anni da essere uno degli aspetti più vivaci e interessanti della città ad essere relegato ad ambito di second’ordine: gli spazi di incontro e produzione artistico-culturale sono stati messi sotto attacco, abbiamo assistito sempre di più alla demonizzazione dei giovani per il solo fatto di incontrarsi e attraversare le piazze e le strade della zona universitaria. Un quartiere storico e speciale, ricco di spunti, prospettive e di futuro che è diventato un patrimonio preziosissimo per la comunità da quando, dalla fine degli anni ’60, i figli dei lavoratori hanno potuto accedere all’università. A quanto pare il prestigio morale e politico di orientare e costruire il tessuto sociale della città insieme agli studenti sulla via dell’emancipazione, dell’uguaglianza, della cultura che crea meticciato, incontro, sperimentazione e stili di vita differenti è un lontano ricordo che forse non è mai esistito veramente nella nostra città…

(Photinia ad agosto)

La mancanza di questo coraggio ha portato al fatto che dagli studenti si pretende che stiano buoni, che facciano poche domande, che spendano i loro soldi in libri di testo carissimi protetti da copyright (sebbene spesso frutto di un lavoro collettivo nelle facoltà tra docenti ricercatori e studenti) e paghino affitti da capogiro che rimpinguano le tasche dei proprietari immobiliari. Quelli che riempiono i palazzi di giovani che poi però sono obbligati ad andare a letto alle 9 dopo il TG2 sennò un paio tromboni di destra di 50 anni (che magari affittano pure agli studenti qualche loro proprietà…) con due dichiarazioni ai giornali sul diritto alla quiete terranno in ostaggio migliaia di universitari manco fossimo in un convento. Oppure dovranno spendere quello che gli resta da qualche spacciatore di cibo-spazzatura (che proliferano vista le mensa privata e carissima) oppure in uno dei tanti locali privati che speculano sul bisogno di intrattenimento dei giovani e le cui aperture, guarda caso, vengono sempre autorizzate dal comune mentre le sale studio, le librerie, i luoghi deputati all’incontro dei giovani vengono chiusi e dismessi. Ci spiace ma se in zona universitaria assistiamo purtroppo a comportamenti nichilistici è perché scelte politiche precise hanno chiuso gli spazi in cui viveva la cultura, la politica, l’arte e la musica e hanno costruito una grande macchina da soldi sulla pelle degli studenti che diventano quindi consumatori di Bologna e non parte integrante della città.

Quelle che noi stiamo provando a fare in Piazza Verdi, in via Zamboni e in Zona universitaria è proprio questo: riconquistare spazi e tempi al consumismo e al nichilismo per costruire insieme percorsi sociali e di vita che sperimentino una città differente togliendo il bavaglio all’università e a chi la vive.

Ecco spiegato l’arcano motivo per il quale facciamo iniziative culturali e politiche nelle strade e nelle piazze, ecco perché ogni tanto ci sediamo in Piazza Verdi in assemblea, ecco perché de-privatizziamo la cultura e liberiamo l’accesso ai saperi, ecco perché ci prendiamo cura del territorio in cui viviamo.

Ed ecco perché già dalla prossima settimana porteremo ancora avanti in Zona Universitaria il nostro percorso insieme agli studenti e a chi vive e abita il quartiere. Riteniamo ottuso continuare a denunciarci per quello che facciamo e ribadiamo ancora una volta che il presidio di forze dell’ordine accanto al teatro è il vero degrado pagato coi nostri soldi che porta tensioni e provocazioni in Piazza Verdi.

Ps. In allegato trovate anche una foto della superba Photinia durante il mese di agosto con attaccate le foto dei suoi fans, ai più astuti sembrerà tutt’altro che secca! Forse qualcuno se le messa in casa… liberatela subito!

Collettivo universitario autonomo