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Crash: “Vincenzo torna libero. Lo avevamo scritto e così è stato”

Due giorni dopo l’arresto. Il centro sociale: “E’ un precedente gravissimo per la città di Bologna su cui va rivolta grande attenzione. Non crediamo all’errore, queste sono operazioni esplicitamente politiche”.

07 Novembre 2014 - 18:52

vinAl secondo giorno di arresto illegittimo Vincenzo torna libero. Lo avevamo scritto e così è stato. Riteniamo quanto accaduto ad un nostro compagno un precedente gravissimo per la città di Bologna su cui va rivolta grande attenzione. Non crediamo all’errore! Pensiamo che l’indurimento della misura cautelare sia il frutto di una procura che sceglie a piacimento i giudici, prediligendo i più “sensibili” alle proprie esigenze repressive e di aggressione al conflitto sociale. Forte anche della disponibilità di alcuni organi di stampa locali che stanno funzionando da indicatori, traino e cassa di amplificazione alle così dette esigenze punitive dei magistrati in spregio ai diritti degli indagati.

C’è una macroscopica gestione delle prerogative della procura che politicamente attiva corsie di accelerazione verso la risoluzione di problemi giudiziari per alcuni, mentre per altri attiva aggressioni repressive non prendendo neanche in considerazione la legittimità o meno delle misure cautelari suggerite. Queste sono operazioni esplicitamente politiche, strettamente legate agli interessi espressi da certa stampa locale che in evidente cooperazione lavora alla criminalizzazione e alla reazione contro il conflitto sociale del nostro territorio.

Nessuno ha chiesto a Vincenzo cosa stesse facendo quel giorno e a quell’ora a Bologna durante un permesso studio, nessuno si è chiesto se non stesso tornando alla stazione dei treni, ma al contrario, come in altre occasione, era già pronto il “titolone” da strillare sulla prima pagina accompagnato all’indurimento delle cautelari. Non si tratta di un fatto straordinario, ma al contrario di una routine che vogliamo denunciare a gran voce in difesa delle tante lotte sociali e istanze di giusta conflittualità che si sviluppano nella nostra città come nel resto d’Italia.

Dal nostro punto di vista e della nostra esperienza quotidiana non possiamo che confermare e rilanciare il nostro impegno al fianco degli sfruttati e delle sfruttate, dei poveri e delle povere di Bologna. Davanti al radicale impoverimento di sempre maggiori strati della società noi non staremo a guardare e non ci faremo intimidire dalle iniziative della procura, ma al contrario continueremo a lottare per affermare concretamente un principio di dignità rispetto alle sofferenze e al dolore sociale provocati dalle cricche di ieri e di oggi che siedono ai palazzi del potere. Con la nostra passione e determinazione denunceremo abusi, prepotenze e aggressioni delle autorità contro i movimenti sociali come sempre convinti che la migliore risposta sta nell’allargare e aprire nuovi spazi di autorganizzazione e conflitti là dove l’austerità diventa oltraggio della dignità umana, e la crisi lo strumento per fare i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Alla lotta!

Laboratorio Crash!