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Crash avvisa: “Il tempo dell’attesa si esaurisce”

Il collettivo sottolinea il “disimpegno” del Comune e avanza una proposta: “Dopo la sua chiusura destinare l’hub di via Mattei alla solidarietà, all’autogestione, alle attività ricreative, alla cultura della periferia e giovanile”.

02 Novembre 2017 - 17:50

“Mentre il tempo dell’attesa si esaurisce… la necessità di uno scarto in avanti!”. Il collettivo Crash, dopo lo sgombero dell’8 agosto e la nascita della campagna pubblica per una nuova sede, torna a farsi sentire sottolineando il “disimpegno” del Comune e avanzando contemporaneamente una proposta. Scrivono gli antagonisti: “Dall’ultimo comunicato in cui abbiamo preso parola sulla vicenda del Laboratorio Crash! sono trascorse alcune settimane che per noi hanno significato il tempo adeguato per condividere riflessioni sul significato della nostra esperienza di centro sociale di periferia in una città come Bologna che sta vivendo trasformazioni urbane, economiche e sociali veloci e spesso violente, come la stagione di sgomberi soprattutto di occupazioni abitative sta rappresentando. Per noi è tempo di tirare le somme e distendere un percorso di iniziativa collettiva, di autogestione, di autorganizzazione e cultura adeguato ai bisogni e alle necessità del nostro mondo sociale composto da giovani precarie, operai, studenti e studentesse universitarie e degli istituti superiori, migranti e inquilini resistenti al caro vita e al caro affitto. Da parte istituzionale, e nello specifico la giunta Merola, il silenzio, il disimpegno e qualche chiacchiera in due righe in ottava pagina di un paio di quotidiani qualche settimana fa. Oltre al disimpegno a questo punto si può parlare di vero e proprio menefreghismo con cui vengono trattate le numerose istanze sollevate a seguito dello sgombero del Laboratorio Crash! lo scorso agosto, salvo poi applaudire quando vengono trattate tramite ordine pubblico e aggressione repressiva. Non ci stupisce ma neanche possiamo assuefarci all’idea che la così detta ‘alternativa’ sia recepibile solo quando agitata dai ceti benestanti e tramite strumenti a cui quei pochi possono accedere. La nostra gente non rappresenta un tesoretto di voti, e oltre a sperimentare forme di autogestione e cultura di periferia, lotta. La nostra esperienza aggregativa questo rappresenta ed ha tutta la legittimità, la convinzione e la dignità per poter dare continuità all’iniziativa. Nella ‘city of food’ di Fico in pochi si ingrassano a discapito di tutti, ed a molti vengono sottratte anche le briciole. Resistere a questo meccanismo è una necessità sociale e politica, non un capriccio”.

Continua il comunicato: “Ma prima che l’ultima sillaba venga pronunciata vogliamo avanzare una proposta: la scorsa settimana la prefettura ha reso noto che l’hub di via Mattei verrà chiuso entro gennaio, la storia atroce di quell’edificio è nota a tutti, e ci chiediamo perché non possa chiudersi definitivamente aprendo quelle mura alla solidarietà, all’autogestione, alle attività ricreative, alla cultura della periferia e giovanile. Al posto di farne un ghetto di servizi per migranti, aprirlo al tessuto sociale e alle sperimentazioni culturali dal basso. All’hub di via Mattei si aggiunge poi anche l’Ex Caserma Sani da decenni abbandonata e chiusa alla città, quando al contrario potrebbe divenire un contenitore di attività culturali e solidali. Per non parlare delle proprietà di enti pubblici come le Poste, le Ferrovie, e non solo, che lasciano edifici al degrado e al non uso. Stessa cosa per l’incredibile numero di grandi e piccole strutture private disseminate al quartiere Navile e nel resto della periferia di Bologna, che restano abbandonate per decenni a marcire di speculazione e che solo quando vengono sfiorate dall’idea di farne uso sociale trovano delle proprietà pronte alla vendita, per poi risparire invendute nel mercato immobiliare. E’ possibile immaginare uno scarto in avanti sull’uso sociale di queste strutture? Coniugare a questa situazione vergognosa una possibilità alla vertenza? Noi crediamo di si, e, mentre il tempo dell’attesa si esaurisce, vogliamo porre all’attenzione pubblica queste questioni che solo negli ultimi tempi hanno mobilitato migliaia di persone, interessano la periferia della nostra città e la soddisfazione di bisogni che in una direzione o nell’altra chiedono di essere soddisfatti. Crash Again con ogni mezzo necessario!”.