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Crash a fine mese discuterà in Comune le proposte per un nuovo spazio

Il collettivo: “Verificheremo giorno per giorno questo scarto in avanti, e il 30 vedremo pubblicamente se l’amministrazione intende passare dagli intenti ai fatti e se sarà possibile trovare un punto di incontro”.

13 Novembre 2017 - 16:51

La strenua resistenza di stamattina allo sgombero dell’ex Veneta, in seguito alla quale quattro attivisti sono stati ricoverati in ospedale, non sembra essere stata vana, con l’amministrazione passata a più miti consigli rispetto alla chiusura totale espressa venerdì da Merola (“se vogliono dialogare con le istituzioni non occupano”).

Il laboratorio Crash ne parla in un comunicato col quale ripercorre la giornata di oggi “iniziata all’alba quando alle 6,30 celere e carabinieri hanno cominciato le operazioni di sgombero dell’ex Veneta appena occupata la scorsa settimana. Immediatamente 4 attivisti con i k-way rossi hanno raggiunto il tetto, mentre molti altri si radunavano nei pressi dell’edificio. Sotto una pioggia incessante e poi sotto una forte nevicata per tutta la mattina è durata la resistenza sia sul tetto che in strada. La gioia e la determinazione di lottare per gli spazi sociali di periferia ha animato entrambe le iniziative che reciprocamente si salutavano a pugni chiusi, con slogan e canti di lotta. Alle 11,30 la giunta Merola, recependo la nostra determinazione a proseguire nonostante l’ingente quantitativo di celere e un clima decisamente polare, ha aperto alla trattativa. Mentre una nostra prima delegazione raggiungeva così Palazzo d’Accursio, i quattro attivisti sul tetto decidevano di scendere e in forte ipotermia sono saliti sull’ambulanza e sono tutt’ora in ospedale. Alla trattativa era presente il capo di gabinetto Montalto e due tecnici del Comune e dopo circa mezzora si è conclusa con l’appuntamento al prossimo 30 novembre in cui verranno considerate le proposte sia di transizione che ‘definitive’ tra cui, ma non solo, quelle già avanzate al presidente di quartiere Ara”.

Prosegue il collettivo: “Riteniamo la resistenza di oggi e l’apertura di un tavolo di trattativa non un punto di inizio e tanto meno un arrivo, al contrario quanto avvenuto è parte del più ampio percorso sociale, politico e culturale che la periferia della nostra città ha intrapreso negli ultimi anni opponendosi in modi differenti alla speculazione e allo sfruttamento. Nei prossimi giorni le iniziative di lotta e controculturali andranno avanti e facciamo appello a tutti e tutte le solidali a continuare questo lungo viaggio intrapreso insieme per raggiungere gli obiettivi che il conflitto sociale nella nostra città si è prefissato tra resistenza e alternativa”.

L’incontro del 30, avevano precisato gli attivisti parlando con i cronisti all’uscita da Palazzo d’Accursio, servirà a “vagliare concretamente delle proposte, o seguendo la linea, spesso messa in campo in città, di trovare un luogo di transizione, oppure, come aveva spiegato il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, facendo si’ che il Comune entri in relazione con enti pubblici o privati proprietari di immobili in stato di abbandono”. A Bologna “ci sono molti spazi privati, ma anche tante strutture, abbandonate da decenni, di enti come Poste o Ferrovie”. In ogni caso “verificheremo giorno per giorno questo scarto in avanti, e il 30 vedremo pubblicamente se l’amministrazione intende passare dagli intenti ai fatti e se sara’ possibile trovare un punto di incontro”.