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Corticella, ennesimo rinvio per lo sfratto di madre e figlio

Ne dà notizia Asia-Usb. A Imola intanto “nuovo incontro con i servizi sociali, per permettere alla famiglia di Nadia e Brahim di avere un sostegno economico” in attesa dell’assegnazione Erp, scrive Sportello Antisfratto.

15 Maggio 2018 - 18:57

Si trascina da mesi, di rinvio in rinvio, la vicenda della signora Carla e di suo figlio Leo, sotto sfratto per un errore burocratico. Anche oggi il picchetto di Asia-Usb e altri solidali ha ottenuto di far slittare la data dell’esecuzione, stavolta al 25 luglio. La determinazione del presidio, scrive il sindacato, “ha scongiurato l’ennesima violenza di Acer nei confronti degli abitanti delle case popolari. Invece di reinvestire nel patrimonio in loro gestione, con migliaia di appartamenti sfitti e abbandonati, per Acer e l’amministrazione comunale l’unico pensiero è sfrattare, svendere e distruggere (come la legge regionale Erp dimostra) il diritto all’alloggio pubblico. Asia Usb da anni porta avanti, non solo a Bologna ma in tutta Italia, con gli abitanti delle case popolari, un percorso di lotta e rivendicazione per innanzitutto abolire la nuova legge Erp, e rimettere al centro del dibattito l’utilizzo dello sfitto pubblico (e se necessario, privato) per far si che le migliaia di famiglie che hanno diritto alla casa popolare, ne possano usufruire! Invitiamo quindi tutti il 18 maggio, alle 18, in via Saffi 69 (sede Usb) per continuare il percorso di lotta! Basta sfratti, la casa popolare è un diritto!”.

Nuovi aggiornamenti arrivano intanto da Imola: “Nella giornata di ieri – scrive lo Sportello Antisfratto – abbiamo partecipato ad un nuovo incontro con i servizi sociali, per permettere alla famiglia di Nadia e Brahim di avere un sostegno economico per la soluzione abitativa che hanno trovato in attesa dell’assegnazione della casa popolare. Rimarremo a fianco della famiglia in attesa degli sviluppi di questo incontro, per verificare che i punti portati avanti durante la recente mobilitazione verranno accolti dalle istituzioni. Chiediamo: 1) tempi certi e rapidi per le assegnazioni previste per il 2018 delle 55 case popolari a tutte le persone aventi diritto! 2) che la soluzione provvisoria trovata dalla famiglia, l’unica che ne mantiene l’unità e consente di salvaguardare i diritti delle due bambine, sia supportata economicamente dalle istituzioni! La protesta di Nadia e Brahim è la protesta di tutte le persone stanche di sentirsi umiliate e prese in giro.  Ci battiamo per e con tutte le persone che capiscono che solo uniti si possono rivendicare i diritti che ci stanno togliendo. Povertà e precarietà non sono colpe, ma problemi strutturali, sociali, collettivi, che le istituzioni non possono più ignorare!”.