Acabnews Bologna

Contro chi scheda le scuole “serve risposta forte e collettiva”

Reazioni alla mappatura, targata Family Day, degli istituti accusati di “insegnare l’ideologia gender”: assemblea mercoledì 20. E intanto, “criticità” nelle operazioni di stipula dei contratti dei docenti a tempo determinato.

18 Settembre 2017 - 14:11

“Eccoli che tornano all’attacco, fanno liste nere di scuole ‘genderizzate’, minacciano insegnanti, mettono pressione sui presidi, terrorizzano i genitori. Qui a Bologna abbiamo alzato la voce e questa è la risposta. Noi continueremo a farlo finchè ci sarà chi impedisce che si insegnino il rispetto e l’uguaglianza per tutt*”. Così dalla pagina Facebook “Stop agli integralisti cattolici e ai neofascisti” (che aveva già accompagnato la mobilitazione per la scuola laica avviata a giugno da una rete di associazioni, collettivi, spazi sociali e sindacati) si risponde alla schedatura che il Family Day, spalleggiato da Fi, ha effettuato tra le scuole di Bologna per segnalare quelle accusate di “insegnare l’ideologia gender”. Se ne discuterà in un’assemblea della rete convocata per mercoledì 20 settembre’017 (ore 20,30) a Vag61: “Visti gli ultimi gravissimi attacchi alle scuole di Bologna, schedate perchè colpevoli di portare avanti una didattica aperta e plurale, e in previsione di ulteriori mosse che i gruppi integralisti stanno preparando ci incontriamo per ogranizzare insieme una risposta forte e collettiva fuori e dentro le nostre scuole. Vi chiediamo anche di estendere l’invito a tutte le associazioni che hanno interesse ad attivarsi con noi per la prossima campagna di mobilitazione contro questi soggetti e in difesa di “una società plurale, laica e antifascista”.

Sulla stessa vicenda prendono parola anche i Cobas Scuola: “Si apron le tombe, riescono i fantasmi… Come augurio di buon anno scolastico, alcune tristemente note associazioni cattofasciste, con l’appoggio di altrettanto tristemente noti politici della destra locale, hanno iniziato la schedatura delle scuole della provincia di Bologna in cui si diffonderebbe ‘l’ideologia gender’, lista completa anche di indice dei progetti e dei libri incriminati, segnalando in rosso come ‘cattive’, tutte le scuole che hanno messo in pratica iniziative contro l’omofobia, il razzismo e a favore del rispetto e della parità di genere.
Si tratta solo dell’ultimo episodio di pressione e intimidazione che le e gli insegnanti hanno dovuto subire in questi ultimi mesi. In seguito agli inquietanti episodi dello scorso anno nelle scuole del bolognese e non solo (le intimidazioni in occasione dello spettacolo Fa‘Afafine e del festival ‘Uscire dal guscio’, la diffusione della fake-news del matrimonio gay tra bambini) abbiamo chiesto un colloquio con il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. All’incontro ha invece partecipato il Direttore dell’Ufficio Provinciale che ci ha fornito timide rassicurazioni rispetto alla netta presa di posizione da noi sollecitata riguardo alle intimidazioni ricevute dalle scuole di sua competenza. Evidentemente quanto fatto finora dalle istituzioni non è stato sufficiente a scoraggiare le iniziative di questi gruppi di integralisti cattolici, se oggi ci troviamo a dover stigmatizzare una lista di proscrizione di stampo fascista nei confronti di scuole che cercano di contrastare disparità e discriminazione di genere radicate nella nostra società. In questo triste scenario una parte non secondaria di responsabilità è da attribuire anche alla Ministra Fedeli che alla fine di luglio ha ricevuto i rappresentanti delle principali associazioni cattofasciste dando così riconoscimento istituzionale alle loro deliranti pretese. Chiediamo da parte della Ministra Fedeli un’immediata presa di posizione, non solo contro questa ultima intollerabile iniziativa nel bolognese, ma anche contro l’intera campagna diffamatoria che ha inventato l’’ideologia del gender’. Sollecitiamo l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna a prendere iniziative legali contro questa attività diffamatoria, basata tra l’altro su notizie false e già ampiamente smentite, e chiediamo da parte dell’Ufficio l’attivazione di iniziative volte a favorire la conoscenza e la partecipazione delle scuole ai progetti che affrontano il tema dell’educazione al rispetto delle differenze di genere. Pensiamo sia necessario far crescere nella scuola e nella società la solidarietà verso chi subisce tali pressioni, smascherare le menzogne di integralisti cattolici e fascisti e ribadire il nostro impegno per una scuola e una società laiche e plurali”.

Scrive, inoltre, il Comitato bolognese Scuola e Costituzione: “Lo scopo di questo attacco, che si aggiunge ai tanti altri posti in essere dallo stesso schieramento reazionario a partire da quello contro le maestre di San Pietro in Casale, è quello di mettere in discussione il principio costituzionale della scuola di tutti e per tutti, laica e gratuita, e favorire il modello privatistico dell’istruzione. La scuola statale è un’Istituzione democratica governata dalla comunità attraverso organi collegiali composti da insegnanti, genitori e studenti e non da logiche individuali. Chiediamo pertanto a tutte le cittadine e i cittadini di Bologna, alle istituzioni di governo della nostra città, alle Istituzioni scolastiche autonome, all’Ufficio scolastico regionale e provinciale e a tutto il mondo della scuola di mobilitarsi per riaffermare i principi costituzionali di uguaglianza, libertà e solidarietà da cui è nata la nostra Repubblica”.

E intanto nelle scuole continuano i problemi più ordinari. Il Coordinamento Precari/ie Scuola Bologna, ad esempio, “alla luce della pubblicazione del calendario delle operazioni di stipula dei contratti a tempo determinato bandito dalla Rete della provincia di Bologna e riservato ai docenti iscritti nelle graduatorie di istituto di scuola secondaria di primo e secondo grado”, ha diffuso un comunicato per “segnalare una significativa criticità rispetto al numero di candidati convocati per la stipula di contratti”. Per questo, il Coordinamento “chiede con urgenza una rettifica delle convocazioni, estendendole se non alla totalità della terza fascia, almeno ai limiti individuati nell’anno precedente. Altrimenti la convocazione rischia di essere del tutto inutile, lasciando molti incarichi da assegnare. Chiede inoltre che siano differite, se non per casi eccezionali, le chiamate sul sostegno svolte autonomamente dalle singole scuole”.