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Consultorio Mit, 900 utenti ma una sede ancora inadeguata

Il Movimento: “Da 12 anni aspettiamo di poterci spostare in un luogo piu’ adatto al servizio che offriamo”. La richiesta farà parte della piattaforma del Bologna Pride 2013.

20 Giugno 2013 - 19:51

Sono 900 gli utenti che in questi 12 anni si sono rivolti al consultorio del Mit, Movimento Identità Transessuale: un’esperienza unica in Europa, primo consultorio in Italia a gestione associativa in convenzione con l’Ausl, sportello legale e centro di documentazione che interviene sulla riduzione del danno sulla prostituzione, fa accoglienza per vittime di sfruttamento e tratta in stato di disagio abitativo, e svolge assistenza in carcere. Il tutto nonostante una sede inadeguata, e senza finestre. Ora la richiesta di uno spazio più consono, più volte ripetuta e mai ascoltata, entra a far parte della lista di 12 punti presentata dalle associazioni bolognesi che sostengono il Bologna Pride 2013 agli enti locali.

Tra le richieste rivolte al Comune anche quella di un maggiore sostegno ai progetti abitativi del Mit. Per ora sono 3 i mini-appartamenti che l’amministrazione ha concesso in convenzione al Movimento, per l’accoglienza di trans in stato di emergenza abitativa. Attivati nel 2007 – 2008, vi si sono avvicendate un centinaio di persone, per una permanenza ufficialmente non superiore ai 3 mesi, ma che in genere “viene prorogata a 6 o anche 12 mesi” spiegano al Mit. Si tratta in effetti di “alloggi di transizione verso una piena autonomia, sempre più difficile vista anche l’attuale situazione del mercato del lavoro”. E un’altra richiesta riguarda proprio l’occupazione: l’istituzione di percorsi specifici di inserimento per le persone trans, più intensamente di altre colpite dalla crisi, per via delle discriminazioni all’accesso. Il Comune, per bocca dell’assessore Lepore, per il momento fa sapere di volerci mettere “massimo impegno per trovare una sede”.