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Condanne Unicredit, cinque anni dopo “ancora in direzione ostinata e contraria”

Il Cua dopo il pronunciamento del Tribunale sull’iniziativa del 2011: “Ribadiamo quanto sia giusto puntare il dito contro chi prova a strangolare il futuro di intere generazioni”. E sui test di ingresso: “Ecco quanta intasca l’Ateneo”.

09 Settembre 2016 - 19:22

“La nostra direzione è sempre quella: ostinata e contraria”. Il Cua commenta così le condanne arrivate ieri per un blocco alla sede Unicredit di oltre cinque anni fa. Scrive il collettivo su Facebook: “Il Tribunale di Bologna si è espresso ieri nei confronti di otto compagni che nel 2011 sanzionarono e bloccarono la banca Unicredit. Dopo cinque anni il verdetto è di quattro mesi di reclusione ciascuno. Ci ricordiamo bene i vari Governi della crisi, le varie riforme e manovre attuate per arricchire ancora di più le banche estorcendo sempre più soldi a tutti noi, agli ultimi, a chi già arrancava a causa delle crisi e per quello scendeva in piazza con determinazione esprimendo tutta la rabbia e l’avversità verso questi aguzzini. Il rapporto tra banche e Università soprattutto per noi studenti, che dalla riforma Gelmini in poi spianò la strada a questi colossi, come Unicredit, per entrare ancora di più nelle nostre vite e mettere le loro mani nelle nostre tasche tra: convenzioni, potere decisionale nei c.d.a d’ateneo e prestiti d’onore.  Cinque anni dopo, con i problemi legati ad un’Università sempre meno accessibile, in cui si cade anche nell’indebitamento con le banche, ribadiamo quanto sia giusto puntare il dito contro chi prova a strangolare il futuro di intere generazioni ed aprire sempre nuovi fronti di battaglia per conquistare diritti sociali anche in università. Al fianco dei compagni colpiti, ci troverete sempre in direzione ostinata e contraria”.

E a proposito di accessibilità degli studi universitari, il Cua è tornato ad intervenire sul tema del numero chiuso. Dopo i test per Medicina, il collettivo nei giorni scorsi si è fatto vedere anche alle prove di Lingue e Letterature straniere scrivendo poi su Facebook: “Più di 1.600 tra studenti e studentesse e soltanto 400 posti disponibili! 1.600 per 60 euro… oggi l’Alma Mater si intasca 96.000 euro! Da aggiungere ai più di 200.000 di ieri con i test di Medicina e Chirurgia, a cui ancora aggiungere tutte le altre centinaia di migliaia di euro provenienti dagli altri test d’ingresso. Di truffe non ne possiamo più! Dagli umori, dalle biografie dei tanti e tante che stiamo incontrando proprio adesso emerge un fastidio sempre più intollerabile per promesse finte e aspettative tradite, comincia a scricchiolare il miracolo renziano! Si diffonde il dubbio e a volte la certezza ferma che tutti questi soldi non torneranno mai in reddito e servizi, ma resteranno a gonfiare le tasche di pochi, di quell’uno che su un milione ce la fa e di chi sulla sua testa pure decide… Alle porte dell’autunno si scaldano i motori, si adeguano o rinnovano gli strumenti, si prepara la grande sfiducia sociale al partito della nazione!”.