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Comune svende partecipate, “un favore al mercato e ai privati”

L’Usb commenta l’intenzione da parte della Giunta comunale di alienare una parte delle quote attualmente possedute nelle società partecipate: “Un esproprio proletario al contrario”.

28 Giugno 2012 - 15:56

Dismissione quote comunali, un vero e proprio “esproprio proletario” al contrario

Mentre viene approvata la Riforma Fornero che condanna tutto il mondo del
lavoro alla totale sottomissione agli interessi del capitale e che cela in cantiere altri provvedimenti, dalla spendig review all’attacco al pubblico impiego, il sindaco Merola si appresta, in linea con questa politica, alla totale privatizzazione di gran parte delle controllate.

Se da un lato si appresta ad attivare nuove società a partecipazione comunale per dotare la città di una banda ultralarga con il contributo del Governo che, alla faccia della crisi, ha stanziato un finanziamento di ben mezzo miliardo di euro, d’altro lato punta alla dismissione delle quote comunali su importanti società a partecipazione pubblica.

Un ottica sbagliata, a nostro parere, che da un lato sminuisce l’importanza che le società partecipate hanno sul piano strategico per il Comune di Bologna come Interporto, Farmacie e BolognaFiere, e dall’altra non fa altro che aprire al privato e al libero mercato il welfare cittadino.

Processo che si affianca a quello già intrapreso di privatizzazione del trasporto pubblico locale, dei servizi scolastici e comunali. Un vero e proprio “esproprio proletario” al contrario che non fa altro che confermare che questa giunta comunale è riuscita a fare quello che neanche la peggior destra liberista è riuscita a portare avanti: espropriare i cittadini di ogni residuo potere decisionale sui beni pubblici fondamentali mettendo nelle mani degli imprenditori privati i profitti e tutte le leve economiche sui settori pubblici strategici del nostro territorio.

Un processo pericoloso in quanto la gestione privata non farebbe altro che abbattere i costi di gestione attraverso un ulteriore compressione dei salari e le delle condizioni dei lavoratori che non può che ricadere sui cittadini attraverso l’aumento delle tariffe e il peggioramento della qualità dei servizi.

Il processo di (s)vendita avviato dalla giunta Merola avviene proprio mentre la crisi colpisce pesantemente e per farvi fronte molti economisti, movimenti, gran parte della sinistra sociale e politica chiedono un impegno diretto del pubblico nell’economia e la nazionalizzazione delle banche.

USB Emilia- Romagna