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Cesena / Minacciarono stagionale, inizia il processo

I fatti risalgono all’estate 2010, durante le mobilitazioni dei lavoratori dell’hotel K2 di Cesenatico. L’associazione Rumori Sinistri: “Queste storie diventino patrimonio collettivo, ma la sola azione repressiva non basta”.

17 Dicembre 2012 - 14:24

Martedì 18.12.2012 ore 11,00 presso il Giudice di Pace del Tribunale di Cesena avrà luogo l´udienza che vedrà comparire gli imputati Massimo Cavalli e Damiano Nettuno accusati di minacce, percosse e ingiurie nei confronti di una lavoratrice che ha sporto querela nell’estate del 2010 e si è costituita come parte civile al processo rappresentata dall’avv. Paola Urbinati. I fatti risalgono al 23.06.2010, quando un gruppo di lavoratori stagionali si trovava a manifestare pacificamente davanti all´hotel K2 di Cesenatico per insolvenza del salario e grave sfruttamento lavorativo nei confronti dell’azienda che allora gestiva l’hotel.

Massimo Cavalli era allora, affiancato da Damiano Nettuno, titolari entrambi di alcune società che si sono susseguite nella gestione di una catena alberghiera che aveva strutture presenti a Cesenatico, Rimini e Lido di Savio.

Quell´estate ha visto in massa tanti lavoratori di diversa nazionalità organizzare scioperi spontanei e scendere in strada per denunciare il furto del salario, nonché forme di paraschiavismo. Tutt´oggi sono più di 100 coloro che devono percepire gli stipendi di 2 anni fa´, e che probabilmente di quel lavoro non vedranno un soldo.

A partire dal 2010 Rumori Sinistri, attraverso un intervento di emersione del fenomeno, ha sottolineato come la violenza e la minaccia siano oggi gli elementi costitutivi di una nuova azione degli sfruttatori/datori di lavoro soprattutto nei confronti di tutti quei lavoratori che hanno il coraggio, attraverso azioni pubbliche segnalate alla stampa e denunce fatte pervenire agli organi ispettivi, di abbattere il muro del silenzio.

Il lavoro gravemente sfruttato che regge l´economia turistica di questo territorio, dovrebbe essere oggetto di attenzione da parte delle Istituzioni locali che hanno il compito di garantire trasparenza, legalità e rispetto delle regole. Siamo ancora in attesa infatti – dal settembre 2012 – della convocazione da parte della Giunta comunale di Rimini del Consiglio Comunale aperto sul tema, consiglio che pare scomparso dall’agenda politica di uno dei Comuni più importanti della costa romagnola.

La messa in deroga del contratto collettivo del lavoro e l´intermediazione illecita, stanno alla base del rapporto tra lavoratore e datore generando: evasione contributiva, evasione fiscale, disoccupazione, povertà.

La povertà e la precarietà che scaturiscono da questa condizione colpiscono in maniera indifferenziata i lavoratori stagionali, coloro che alla fine pagano sempre il prezzo più alto.

Oggi la crisi economica va ad inserirsi in una condizione preesistente di precarietà in cui i lavoratori stagionali rappresentano l´ultimo anello della catena. Questo aspetto si delinea con maggior forza attraverso l´entrata in vigore dal 1 gennaio 2013 della MINIASPI, introdotta con la “riforma Fornero” che andrà a sostituire la vecchia normativa che regola la disoccupazione a requisiti ridotti, e che lascerà probabilmente, senza sussidio contributivo, 13.000 lavoratori stagionali nella sola provincia di Rimini, a causa di un vuoto legislativo.

Il panorama che ci troviamo di fronte è inquietante: d´estate un lavoro in assenza di diritti, in inverno azzeramento del welfare.

Ed è in questo contesto che martedì 18.12.2012 avrà luogo l´udienza sopracitata.

E´ importante aprire le porte dei tribunali, che certe storie di vita e di sfruttamento divengano patrimonio collettivo di questo territorio. Tuttavia pensiamo che la sola azione repressiva sia insufficiente nel contrastare il fenomeno di illegalità crescente che caratterizza il tessuto economico del turismo balneare.

E´ necessario pertanto mettere in campo da subito strategie, intelligenze collettive, scelte coraggiose e uno sforzo comune capace di trasformare questo turismo delle povertà, dello sfruttamento e dell’evasione contributiva in un turismo dei beni comuni.

Per queste ragioni saremo all’udienza del 18 dicembre per supportare l’azione individuale di una lavoratrice che attraverso il suo coraggio restituisce dignità a tutti e tutte noi.

I volontari e le volontarie di Rumori Sinistri