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Case popolari Mandela ancora vuote due anni dopo lo sgombero

Ieri presidio in via Irnerio di Asia-Usb, nel giorno in cui è iniziato il processo a tredici occupanti. E sull’Erp: “Trattati con sufficienza” dall’amministrazione regionale.

17 Maggio 2018 - 16:24

Ieri gli attivisti di Asia-Usb hanno manifestato nel giorno dell’avvio del processo per l’occupazione e lo sgombero di 24 famiglie della palazzina di proprietà del Sant’Orsola in via Irnerio 13, dove era attivo anche anche il centro studi occupato Terzopiano. Resistenza a pubblico ufficiale, invasione di edificio, organizzazione di corteo non autorizzato i capi d’accusa formulati dalla Procura nei confronti di 13 persone. “Dopo due anni da questo sgombero non possiamo fare a meno di notare che il palazzo è ancora vuoto e inutilizzato e oggi inizia un procedimento ai danni di chi ha avuto il coraggio di rivendicare i propri diritti”, dicono ora dal sindacato, ricordando un “violento sgombero che ha lasciato danni fisici e psicologici alle famiglie che vivevano dentro”, ma a cui “abitanti e attivisti e delegati hanno resistito per una giornata intera”, fino a pervenire a “un accordo nella notte per l’assegnazione straordinaria di alloggi temporanei per tutte le famiglie.

Il presidio davanti alle ex Case popolari ‘Nelson Mandela’ (come furono ribattezzate dagli occupanti) è stato anche l’occasione per tornare sulle politiche dell’amministrazione regionale a tema di edilizia residenziale pubblica. Il sindacato ha definito “assolutamente insoddisfacenti”, secondo il sindacato, gli incontri con l’assesora Gualmini: “Siamo stati trattati con scarso interesse e quasi con strafottenza – dicono – da parte di una persona che invece di confrontarsi sul merito della riforma, ha rivendicato che la delibera che ridefinisce canoni e soglie, entrata in vigore a ottobre, “è intoccabile dal primo all’ultimo punto, perché scritta da persone con diverse lauree sulle spalle. Sicuramente questo fa onore a chi ha redatto la riforma, ma di certo non va a beneficio di tutti gli inquilini a cui stanno arrivando le lettere di sfratto”.