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“Case, non frontiere”: in catene davanti all’ufficio stranieri [audio+foto]

Verso lo sciopero del primo marzo, Accoglienza degna con Tpo e Làbas: “La Questura non accetta la sola dichiarazione di ospitalità e le persone vengono spinte alla clandestinità”.

25 Febbraio 2016 - 13:02

Tpo verso primo marzo (foto Zic)Contro le prassi amministrative che penalizzano i migranti in situazione di precarietà abitativa e le richieste sempre più complicate che la burocrazia avanza nei confronti di chi chiede il diritto di soggiorno, il collettivo Accoglienza degna (insieme a Tpo e Làbas) ha presidiato per tutta la mattinata la sede dell’ufficio stranieri della questura di Bologna, in vista della giornata di mobilitazione del primo marzo. Alcuni manifestanti, durante il sit-in, si sono anche incatenati simbolicamente.

Questo quanto si legge nel comunicato diffuso: “Da diverso tempo la Questura di Bologna ha adottato senza ragione una procedura amministrativa che impedisce il rinnovo del permesso di soggiorno alle persone colpite dalla crisi abitativa. I migranti senza casa, ospiti di conoscenti, impegnati in percorsi organizzati contro gli immobili sfitti si vedono negare il rinnovo del permesso di soggiorno perché la Questura non accetta la sola dichiarazione di ospitalità. L’effetto di queste prassi è che tantissime persone vengono di fatto spinte nella clandestinità, nonostante abbiano da tempo conquistato il diritto di soggiorno”.

In particolare il collettivo sottolinea l’assurda relazione che esiste tra il contratto di casa e i documenti. Senza la residenza non puoi avere il rinnovo del permesso di soggiorno. “Nessuna normativa ne’ la giurisprudenza impongono che la sistemazione alloggiativa sia da dimostrare con contratti di proprietà, di locazione o di comodato d’uso gratuito, ma la realtà che osserviamo ogni giorno ci mostra che centinaia di migranti sono costretti a ricorrere alla compra-vendita delle dichiarazioni di ospitalità corredate da ulteriori documenti e contratti pur di non perdere il diritto di soggiorno faticosamente conquistato”.

Nel corso dell’iniziativa è stata lanciata la petizione “La casa è un diritto non una frontiera, no al legame casa-diritto di soggiorno”. Nei giorni scorsi, le stesse sigle avevano organizzato un altro flash mob davanti alla Salaborsa.

> Ascolta il contributo da Neva, di Accoglienza degna:

 

> Le foto dell’iniziativa:

Presidio verso il primo marzo