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Casa: “Il protocollo del Comune? Un primo risultato”

Ieri firmata l’intesa che punta ad usare il patrimonio inutilizzato per l’emergenza abitativa: si parte con alcuni immobili dell’Ausl. Social Log: “Vigiliremo su applicazione e risultati del protocollo”.

04 Novembre 2014 - 16:36

Presidio contro il Piano Casa - © Michele LapiniE’ di ieri la notizia di un protocollo d’intesa sperimentale per le esigenze di protezione abitativa, firmato tra gli altri da Prefettura e Comune. Come annunciato tempo fa dall’amministrazione, l’obiettivo è destinare all’emergenza abitativa il patrimonio immobiliare inutilizzato, di proprietà sia pubblica che privata. Si parte con alcuni edifici dell’Ausl, ma hanno gia’ manifestato il loro interesse anche la Fondazione del Monte e Unipol. Oggi arriva il commento di Social Log: “Dopo un anno di lotte, picchetti e manifestazioni legate al tema dell’abitare, riscontriamo i primi risultati che vedono il governo della città costretto a misurarsi con gli effetti della crisi, primo tra tutti la perdita della casa. Il protocollo di intesa per le esigenze di protezione abitativa, firmato ieri da Comune e Prefettura, è appunto l’esempio che qualcosa si inizia a muovere sul versante della questione abitativa. Vigileremo sull’applicazione del protocollo, sulla direzione che prenderà e sui risultati reali che riuscirà a produrre conosci che difronte ai 2.000 sfratti all’anno per morosità incolpevole e i tassi di disoccupazione del nostro territorio questo strumento si presenta già come parziale (soprattutto nei confronti delle nuove forme di povertà che le istituzioni e terzo settore non riescono ancora a riconoscere)”.

Scrive ancora il collettivo: “Il nuovo meccanismo che l’assessorato alle politiche sociali insieme a quello alla casa hanno innescato recependo parte delle istanze sollevate dal movimento per il diritto all’abitare di Bologna, deve ora evolversi positivamente assumendo le proposte del riuso dello sfitto e del costruito non utilizzato dove le pratiche di autogestione e mutualismo regolano la vita, a costo zero, dei condomini sociali e delle occupazioni abitative della città dando la possibilità a centinaia di occupanti di non dover ricorrere a programmi di protezione sociale, ma al contrario di costruire una ritrovata indipendenza di vita e di progetto di vita degna e solidale. Siamo convinti quindi che tanto ancora si possa e si debba fare, proseguendo sulla strada delle proposte del movimento di lotta per l’abitare, che guardano al reinvestimento di fondi nell’edilizia residenziale pubblica invece che sul social housing o sui contributi all’affitto, che contrastano la svendita di patrimonio pubblico, che prendono in considerazione l’autogestione del riuso e dell’autorecupero di tutto il patrimonio edilizio inutilizzato presente in città e che si pongono in netta antitesi con i provvedimenti contenuti nel piano casa del governo Renzi e soprattutto dell’articolo 5 contenuto nello stesso. A partire dalla presa di posizione della giunta della scorsa settimana rispetto al tema delle residenze e delle utenze per gli stabili occupati in cui si è richiesto chiaramente al governo di ridare agli enti locali la sovranità in materia, continueremo a lottare dando espressione ai problemi dell’abitare, indicandone e praticandone una soluzione reale e concreta”.