Acabnews Bologna

Casa, aumentano le richieste per l’Erp

Unione inquilini: “Si può benissimo vedere che le politiche abitative comunali, ad essere ottimisti, non affrontano seriamente la questione”. E intanto la crescita degli affitti turistici lascia le case peggiori, ma più care, ai fuorisede.

19 Ottobre 2017 - 11:53

“Alcuni giorni fa sono usciti i dati sulle domande di edilizia popolare che i cittadini bolognesi fanno ad Acer, ente che ne gestisce l’iter e gli immobili comunali. Emerge che, come al solito, le domande annuali sono di una sproporzione esagerata in confronto alle assegnazioni che vengono fatte nel corso dell’anno. Esattamente per Erp6 sono state presentate 4.138 domande mentre per Erp7 4.458 con un incremento del 7,7% e le assegnazioni che sono state fatte sono circa 265 negli anni 2014, 2015, 2016″. Così un comunicato di Unione inquilini. “Si può benissimo vedere che le politiche abitative comunali, ad essere ottimisti, non affrontano seriamente la questione e non esiste un piano che si faccia carico di incrementare l’edilizia popolare. Solo alcuni anni fa le domande Erp superavano la soglia delle 9.000 e grazie alle politiche regionali sul ‘famigerato’ nuovo Isee, che taglia le possibilità di presentazione abbassando la soglia del reddito (si hanno già aumenti del canone di chi sta all’interno degli immobili Erp e sfratti per la mancanza di criteri ) e alle lungaggini burocratiche di assegnazione alloggi, si sono negli ultimi anni dimezzate. Ciò non toglie che il problema abitativo nella nostra città, come in altre città d’Italia, sia ancora impellente. Ricordiamo che tutti i 4.458 cittadini che hanno presentato la domanda avrebbero diritto alla casa. Non ci dilunghiamo nel dannoso dibattito destroso su quanti extracomunitari o italiani abbiano presentato domanda o sulla composizione degli abitanti di alloggi Erp, sono sotto elezioni nazionali ed incrementare razzismo e paura è il mestiere preferito di frange sempre più numerose. Il problema non è come e da chi saranno abitate le case popolari, il problema è che sull’edilizia popolare mancano, da anni, le politiche di sviluppo e ulteriore crescita del patrimonio immobiliare pubblico, anzi lo smantellamento e la svendita di proprietà pubblica a favore del libero mercato è costantemente sotto gli occhi di tutta la cittadinanza. Come Unione Inquilini continuiamo nella battaglia per la difesa e l’incremento dell’Edilizia residenziale pubblica, nella battaglia affinché la giunta comunale di Bologna, a guida Pd, si faccia carico di risolvere la questione abitativa anche nella nostra città e che inizi ad applicare anche l’articolo 26 del decreto ‘Salva Italia’ per il recupero e il riuso ai fini abitativi delle strutture pubbliche sfitte ed inutilizzate che sono presenti anche a Bologna”.

Nel frattempo, peggiora ulteriormente la situazione degli studenti fuorisede in cerca di una casa a Bologna: secondo le rilevazioni diffuse da un noto franchising di agenzie immobiliari, chi arriva da fuori città per frequentare l’Alma Mater fa sempre più fatica a trovare casa trovandosi di fronte gli alloggi peggiori a prezzi sempre più elevati, mentre al contempo crescono in maniera esponenziale gli affitti turistici e del mercato B&B. Anche questa è la città vetrina. Proprio su questo argomento interviene Social Log: “Per una studentessa fuori sede, uno studente appena immatricolato all’Alma Mater, o per un giovane operaio in questo momento trovare una stanza è impossibile. Sono finite anche le case costose! A causa dei Bed and Breakfast e della speculazione immobiliare promossa dalla giunta Merola non ci sono più case o stanze disponibili in città”. Se ne parlerà il 25 in un’assemblea promossa dal Cua al Nautilus: “Poche sono le certezze per uno/a studente/studentessa fuorisede che decide di trasferirsi a Bologna per studiare. Tra queste, sicuramente, risalta la difficoltà nel trovare una stanza. E cosi ogni inizio anno migliaia di studenti e studentesse si ritrovano con lo stesso problema : cercare una stanza, impresa tutt’altro che semplice negli ultimi anni, in cui si è visto un aumento esponenziale della richiesta ed una diminuzione dell’offerta direttamente proporzionale. Emblematici sono i gruppi facebook dove un annuncio di stanza appena caricato riceve decine e decine di messaggi dopo appena qualche minuto; se si è abbastanza veloci da risultare tra i primi commenti, e quindi aggiudicarsi un appuntamento, bisogna poi superare ‘l’intervista’ con gli inquilini, altrimenti si ricomincia da capo. Oppure ci si rivolge ad agenzie che chiedono un minimo compenso di 300euro per trovare una singola in appartamenti fatiscenti”.