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Caro-pasti, studenti: “Siamo riusciti a tornare in mensa”

Ieri sera azione comunicativa e attacchinaggiio, poi oggi pranzo davanti alla mensa di via Zanolini che risponde con una serrata. Sulla mobilitazione prendono parola anche l’Xm24 e la rete Eat the rich.

10 Novembre 2016 - 18:03

immagineDopo intere giornate di militarizzazione di piazza Puntoni, gli studenti in mobilitazione contro il caro-pasti fanno sapere di essere riusciti a tornare in mensa ieri sera per un’azione comunicativa con attacchinaggio di numerosi tazebao. “Tante camionette, tanti soldi spesi per mantenerle a giornate in Piazza Puntoni… e poi? Gli studenti e le studentesse tornano in mensa! Molto utile sì schierare decine di celerini se poi per cena se ne vanno altrove. Insomma, quanto basta per buttare via migliaia di euro e garantire qualche manganellata a chi non ne può più di pagare 5,80 euro per un pasto”, recita un comunicato diffuso dal Cua: ieri sera, finite le lezioni, “siamo tornati all’interno della mensa di piazza Puntoni proprio lì da dove ci tengono lontani da giorni. Prima di tutto per confermare quanto diciamo da anni: quel luogo non deve essere né un’azienda privata né tanto meno un fortino difeso dalle truppe di polizia. E’ degli studenti e loro deve restare! Ergo, Elior e Università smettano di sprecare denaro inutilmente, vogliamo si apra immediatamente la contrattazione per l’adeguamento dei prezzi e finisca questa folle gestione del problema. Non è questione di ordine pubblico ma di soluzioni reali a problemi reali! Se pensavate che ce ne saremmo andati, bene, vi sbagliavate. La mensa è degli studenti e loro deve restare! Si devono garantire servizi e welfare, non trincerarsi in silenzio dietro gli scudi e i manganelli”.

foto ZicOggi si è poi tenuto un altro pranzo popolare preparato dalla rete Eat the Rich e servito davanti all’altra mensa universitaria gestita da Ergo, quella situata in via Zanolini 41. All’arrivo gli studenti hanno trovato la mensa chiusa a chiave, con i lavoratori e alcuni studenti che pranzavano all’interno che non hanno potuto uscire se non attraverso le uscite di sicurezza situate sul retro. Prima dell’inizio del pranzo gli attivisti del Cua hanno tenuto un conferenza stampa nella quale hanno ribadito: “Chiediamo welfare e troviamo continue serrate. Ieri sera abbiamo beffato il dispositivo inutile della chiusura della mensa con l’uso della polizia. Il garante degli studenti si è impegnato a portare le nostre istanze al rettore, vediamo se decideranno di investire il denaro per risolvere la questione nel merito, piuttosto che continuare ad alimentare questo dispositivo poliziesco. Quello che chiediamo è giusto e legittimo.” E aggiungono: “Vogliono soltanto lo scontro? Allora che mettano i blindati ventiquattro ore al giorno, perchè la prossima volta che torneremo in mensa lo faremo per non andarcene più e per autogestirla.”

Gli studenti rilanciano dunque l’appuntamento di questa sera alle 18 in piazza Verdi: “Corteo per il diritto al welfare e contro la scellerata militarizzazione dei nostri spazi e dei nostri quartieri! Resisteremo una vita più di loro!”.

Nel frattempo sulla vicenda mensa interviene anche l’Xm24. Dal comunicato: “Le istanze che le studentesse e gli studenti portano avanti sono la giusta, anticapitalistica, richiesta di riduzione del costo del cibo in una delle mense universitarie fra le più onerose del paese”. Eppure “la gestione tecnica delle istanze sociali è ormai totalmente delegate al manganello; resta quindi da pensare che il Pd locale sia del tutto incompetente nell’ascoltare e rispondere ai bisogni della città”. E il rettore Francesco Ubertini “è un ingegnere: un epigono della gestione algoritmica post-moderna? Sarà dotato di intelligenza artificiale o è in grado di rispondere a contestazioni politiche con argomentazioni valide? Merola, circondato da cloni renziani e meta-comunisti obnubilati dai fiumi delle feste dell’Unità, è quindi sempre più un fantoccio privo di ogni dignità comunicativa, incapace perfino di replicare le boutades cofferatiane esordite sotto il Nettuno 15 anni fa”.

La rete Eat the rich, invece, spiega così la partecipazione alle iniziative di questi giorni sulla mensa: “Ancora una volta il cibo è strumento di divisione e al contempo terreno di battaglia, perchè mentre Merola e Farinetti preparano un viaggio negli States per promuovere le eccellenze della città, in piazza Puntoni studenti e studentesse vengono brutalmente aggrediti quando chiedono di poter pagare ‘solo’ 3 euro per un pasto di merda. Continueremo a fare del nostro meglio per tenere impegnata la Questura e costringere i suoi sgherri a lamentarsi degli scarti di pane e mortazza, a guardare con bramosia il nostro cibo buono cucinato con la cura che dobbiamo a chi ha scelto da che parte stare della barricata. Se la posta in palio di chi governa la città è sempre quella di tutelare i propri investimenti e gli interessi dei propri vassalli, non ci stupisce che la militarizzazione delle strade sia la strategia adottata per proteggere la città vetrina e la merce in mostra”.