Acabnews Bologna

“Carichi di lavoro e pedinamenti”, per i dipendenti Tper sciopero e presidio

Ieri la protesta, organizzata da Sgb. Intanto, i sindacati tornano a sollecitare le istituzioni per fermare lo spin off della Fiera. Riders di nuovo al ministero: “Ecco le nostre rivendicazioni”.

28 Luglio 2018 - 10:21

Come annunciato, si è svolto ieri lo sciopero di quattro ore (dalle 12 alle 15) dei lavoratori Tper proclamato da Sgb. Dalle 12 un presidio in piazza Re Enzo “ha informato anche cittadini ed utenza sulle ragioni della protesta: carichi di lavoro, gestione di ferie, permessi e riposi, tutela del personale inidoneo, autoritarismo aziendale, democrazia sindacale e diritto di sciopero”, è il resoconto del sindacato. “L’azienda nei mesi scorsi ha licenziato due dipendenti dopo averli pedinati assumendo investigatori privati”, ha raccontato una lavoratrice durante il presidio. “L’adesione allo sciopero- riferisce Sgb- è stata più che buona con punte del 100% in alcuni reparti,  questo nonostante l’azione di boicottaggio messa in atto da parte aziendale che non ha provveduto ad informare correttamente l’utenza e non si è adoperata per la ripresa celere ed integrale  del servizio. Una chiara risposta alle dichiarazioni false e fuorvianti circa le adesioni allo sciopero fornite da Tper con un comunicato stampa redatto alla vigilia della protesta. Ricordiamo che Tper è un azienda pubblica che produce utili  e che la loro distribuzione a beneficio degli azionisti è a dir poco anomala, sosteniamo infatti che quei risultati positivi, conseguiti col contributo determinante della forza lavoro e con tariffe tra le più alte del Paese, devono avere un ritorno a favore dei lavoratori migliorandone le condizioni, e dell’utenza, con investimenti che ne migliorino il servizio. Per queste ragioni ci opponiamo alla imminente messa a gara del trasporto su gomma che imbandisce il tavolo a favore degli appetiti speculativi delle imprese del settore. L’accordo che limita ulteriormente il diritto di sciopero, sottoscritto dai sindacati complici il 28 febbraio scorso, impone un lungo periodo di franchigia – divieto di sciopero -per tutti i mesi estivi cercando di occultare il malessere diffuso tra gli autoferrotranvieri, ma i problemi da noi sollevati restano tutti in piedi.  Preannunciamo pertanto, in assenza di risposte certe da parte della dirigenza aziendale, una nuova stagione di lotte a partire dal prossimo settembre in preparazione di una mobilitazione più ampia che porterà allo sciopero generale nazionale di tutte le categorie già proclamato per il 26 ottobre prossimo”.

Nel frattempo sia Sgb che Usb, insieme agli altri sindacati e al Consiglio di fabbrica, hanno nuovamente preso parola sul futuro della Fiera con una lettera indirizzata a Comune, Regione e Camera di commercio in cui confermano la loro contrarietà all’operazione che dovrebbe portare allo spin off. Un’operazione “al buio”, perchè al tavolo della discussione non sono stati portati gli elementi minimi per valutare le ricadute del progetto. “Chiediamo quindi che a fronte della totale assenza di veri elementi di valutazione vi sia il definitivo accantonamento di tale scelta, e la concreta e impegnativa conferma invece del piano industriale, l’unico di nostra conoscenza, approvato a dicembre 2016”.

Due giorni fa, infine, Riders Union Bologna (insieme a Deliverance Milano, Deliveroo Strike Raiders e Riders Union Roma) ha partecipato al secondo tavolo nazionale convocato dal ministero del Lavoro, presentando una lettera unitaria: “Partiamo dal presupposto che crediamo sia necessario un intervento legislativo che regoli questo settore a partire dalle proposte contenute nell’articolato del governo che in un primo momento sembrava dovessero rientrare nel cosiddetto Decreto Dignità, ovvero una legge che vada a riformare il codice civile estendendo la qualifica di lavoro subordinato anche a chi opera tramite piattaforme digitali come noi riders del food delivery. Ribadendo che l’estensione della subordinazione tramite legge concertata è il nostro obiettivo negoziale, elenchiamo di seguito una serie di rivendicazioni specifiche che partono dalla nostra condizione di lavoro”.

L’elenco parte dal “compenso orario fisso equo e dignitoso legato al Ccnl di settore. In particolare chiediamo il riferimento al Ccnl Logistica e Trasporti, con inquadramento al 5° livello, che fa menzione specifica della professionalità del rider – come inserito nell’ultimo rinnovo nazionale dello stesso. Fatti salvo miglioramenti previsti dalla contrattazione territoriale. Riconoscimento della 13esima e della 14esima mensilità. Riconoscimento di un trattamento di fine rapporto al pari dei lavoratori subordinati. Garanzia di equiparazione contributiva ai fini pensionistici a quanto previsto per la subordinazione. Garanzia di almeno un fine settimana libero al mese obbligatorio. Divieto assoluto di pagamento a cottimo (assoluto o parziale), come garanzia dei diritti dei lavoratori ad una retribuzione fissa oraria e come garanzia di sicurezza degli stessi e di tutti gli utenti della strada. Maggiorazioni in caso di lavoro domenicale e festivo, notturno e in condizioni di particolare maltempo (es. pioggia). Per le maggiorazioni salariali chiediamo che anche queste si riferiscano a quanto previsto dal Ccnl Logistica e Trasporti fatti salvi miglioramenti previsti dalla contrattazione territoriale. Diritto alle ferie retribuite e all’indennità di disoccupazione secondo quanto previsto dal Ccnl Logistica. Maggiorazioni come lavoro straordinario per tutte le ore che superano le 39 ore settimanali, indicato come orario full time massimo dall’articolato specifico sui riders contenuto nel Ccnl Logistica. Assicurazione Inail sugli infortuni completamente a carico delle aziende. Impossibilità di ricorrere a forme contrattuali che non prevedano per l’azienda l’onere di pagare la quota assicurativa all’Inail per ogni rider. Sugli infortuni non possono bastare in alcun modo le assicurazioni private, spesso poco trasparenti e con massimali del tutto inadeguati a tutelare i riders (ad esempio alcune assicurazioni private in essere garantiscono un premio di solamente 50.000 euro in caso di morte sul lavoro). Riconoscimento di un monte orario garantito al momento della stipula del contratto, con riconoscimento di indennità di disponibilità in caso di turno assegnato e non svolto su decisione dell’azienda. Diritto dei riders ad organizzarsi e a costituirsi in sindacato e/o associazione per tutelare i propri diritti. Pieno esercizio ed agibilità del diritto all’organizzazione e al conflitto senza penalizzazione alcuna da parte dell’azienda. Riconoscimento di 10 ore annue di assemblea retribuita per azienda, come riconosciuto anche dalla Carta del Lavoro digitale di Bologna. Diritto al reintegro in caso di licenziamento e/o disconnessione senza giusta causa. Diritto alla sicurezza sul lavoro. Pensiamo sia necessario elaborare una standardizzazione del calcolo dello sforzo che consenta un’equa distribuzione dei carichi di lavoro, nonché la definizione di standard ergonomici in grado di prevenire il rischio di infortuni e malattie professionali. Fornitura a carico dell’azienda di tutti gli strumenti necessari per svolgere il lavoro in sicurezza e per garantire la privacy dei lavoratori. Obbligatorietà di corsi di formazione per la sicurezza stradale retribuiti dall’azienda. Abolizione dei sistemi di ranking e rating. Indennità forfettaria di manutenzione dei mezzi, qualora essi siano di proprietà del rider come del resto avviene per altri lavori subordinati svolti con mezzo proprio del lavoratore. Nessuna disponibilità, da parte nostra, a prendere in considerazione il voucher – strumento di lavoro povero e senza diritti – come eventuale mezzo di pagamento delle nostre prestazioni lavorative nè altre forme che consentono l’elusione degli standard lavorativi, fiscali e contributivi. Trasparenza dell’algoritmo e periodo di prova di 6 mesi concordato con le oo. ss. per garantire il rispetto dei criteri di equità, di non discriminazione e la tutela di salute e sicurezza dei lavoratori. Sospensione del servizio nei casi in cui l’inquinamento atmosferico o le condizioni metereologiche mettano a repentaglio la salute dei lavoratori. Per la definizione delle soglie si rimanda ad accordi territoriali (quando i comuni consigliano di non aprire le finestre o di non uscire. La comunicazione deve arrivare alle piattaforme e alle oo. ss.). Diritto alla genitorialità senza penalizzazione alcuna. Divieto di ogni forma di discriminazione nell’assunzione e/o durante l’assegnazione degli ordini”.