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Caltanissetta / #NoMous, “la nostra legge è la nostra coscienza”

Riceviamo dalla Sicilia un approfondimento sulla lotta contro l’installazione del radar Usa a Niscemi: “Laboratorio in cui si sperimenta una nuova socialità, nuove pratiche di resistenza e di conflitto”.

14 Gennaio 2013 - 16:27

Che il Mobile User Objective System (MUOS) con le sue tre mega antenne di 18 metri di diametro ciascuna e le due torri radio di 149 metri sia un attentato ai più elementari diritti , primo tra tutti quello alla salute , non è da sottovalutare ma vogliamo darlo come dato scontato.Studiosi del politecnico di Torino hanno dimostrato come il MUOS sia virtualmente letale in un raggio di 140 km.

Numerosi sono gli aspetti della vicenda per cui ci si potrebbe indignare”, dalla violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione alla violazione del diritto internazionale, all’incompatibilità territoriale a causa della presenza dell’aeroporto civile di Comiso nelle vicinanze , al coinvolgimento della Calcestruzzi Piazza s.r.l ditta in odor di mafia e tanto altro.

Non ultimo il fatto che una mostruosità simile, di fatto uno strumento militare di proprietà USA, si trovi in una riserva naturale “Sugherata”e sia spacciata come strumento utile alla difesa nazionale dall’uscente ministro degli Interni Cancellieri.

A tutto ciò va aggiunto che il MUOS è in stato avanzato di costruzione e la messa a funzione è prevista per il 2015 e che vi è sin dal 1991 sempre all’interno della stessa zona, nella Sugherata, una base USA già fonte di emissioni elettromagnetiche superiori ai limiti previsti per legge.

Quello che fa rabbia è che questo lembo di terra siciliano sia stato trasformato in una vera e propria fogna, la condizione socio-economica della zona di Gela porta ancora i segni evidenti di decenni di politiche di dominio di un sistema a cui zone di marginalità facevano
comodo, a scapito della condizione socio-economica e in primis dell’occupazione delle popolazioni autoctone.

Ecco che questa condizione di modernità decentrata ha fatto sì che la popolazione sia stata comunque considerata nei decenni “soggetta all’attività dei gruppi dominanti , anche se essi si ribellano o insorgono”. In questa interpretazione della storia la classe dirigente
locale di qualsiasi colore e forma è stata tassello fondamentale nella costruzione del consenso.

Ma cosa è cambiato? Di cosa hanno paura? Cosa teme il governo quando sbarra la strada evocando fantomatiche questioni di difesa nazionale? Di cosa hanno paura quando mobilitano centinaia di agenti del disordine nel cuore della notte?

E soprattutto di cosa ha paura Crocetta quando si affretta a recuperare o a tentar di costruire consenso?

La paura è cresciuta in questi mesi perchè ad irrompere sulla scena e a prendersi uno spazio di teoria e pratica è un soggetto politico non previsto, il dominio delle zone periferiche non ammette l’esistenza di uno spazio di resistenza relegando a soggettivazione pre-politica
tutti i tentativi di prendere la parola fatto da chi quei territori li vivi.

Ebbene dal corteo del 31 marzo ad oggi molto, tutto è cambiato, quel giorno i niscemesi erano in pochi e chi stava a guardare sfilare il corteo tirava in ballo la famosa e comoda rassegnazione.

A fronte di una politica delle elite locali organizzata verticalmente, nasce e si diffonde uno spazio politico orizzontale che in questi giorni ha mostrato i suoi frutti cioè la forza di contrapporsi alla costruzione del muos ma ancor di più al dominio.

Sono stati organizzati i comitati e le strutture decisionali a livello regionale dei comitati praticando nuovi meccanismi decisionali che nell’assemblea trovano compimento, ci si è confrontati sulle pratiche e si è cresciuti ancora, fino al punto di meritarsi 17 avvisi di
garanzia per aver dimostrato che alle reti ci si avvicina quando e come si vuole.

La marcia popolare del 6 ottobre ha dimostrato il crescente entusiasmo e sostegno da parte dell’intera isola siciliana. E poi non in ultimo il presidio permanente di contrada Ulmo che ha forgiato definitivamente dei nuovi partigiani resistenti.

Quello che non era previsto è la nascita e il consolidamento della coscienza popolare che ha mostrato la sua forza l’11 gennaio.

Quelle ore di resistenza sono state una vittoria perchè hanno cementificato un meccanismo che si è messo in moto cioè la coscienza dell’autoderminazione che nessun esercito e nessuna armata potrà sconfiggere.

Per tutto questo a distanza di qualche giorno dalle cariche e dalla violenza delle forze del disordine, il presidio di Cda. Ulmo a Niscemi luogo di incontro dei comitati NO MUOS, rilancia la lotta e ribadisce la parola d’ordine che in queste settimane ha animato il presidio: NISCEMI NON SI ARRENDE!

Viva è la consapevolezza che la lotta NO MUOS è ancora lunga, decine e decine di militanti continuano ad affluire alle assemblee; bisogna capire come muoversi, come rispondere alla provocazione. Non è facile raccontare probabilmente l’emozione provata dai ragazzi quando si sono trovati di fronte circa 300 esponenti delle forze dell’ordine che scortavano le due gru della ditta Comina srl di Belpasso, necessarie per montare le parabole del MUOS, ma è certo che è stata una notte di resistenza popolare.

La notte tra il 10 e 11 gennaio le due gru scortate da un ingente numero di polizia e carabinieri giunte a Niscemi hanno trovato i militanti NO MUOS che bloccavano le vie d’accesso alla base. I due blocchi si sono fronteggiati per molte ore e la resistenza popolare ha rallentato l’avanzata dei mezzi; intorno alle 3 mezza di mattina di fronte alla testarda opposizione dei NO MUOS le forze dell’ordine hanno caricato il blocco e fatto passare i “bisonti”. Tutto ciò non ha intimorito e fermato il movimento che ha subito rilanciato ribadendo che la lotta continua e la centralità del presidio permanente come avamposto di lotta conto il MUOS. L’arroganza e la repressione poliziesca hanno saldato sempre di più il movimento con la popolazione niscemese che immediatamente ha risposto partecipando in massa alle azioni di blocco che si sono svolte nei giorni seguenti. Gli studenti dei licei niscemesi hanno immediatamente convocato assemblee in tutte le scuole ed hanno preso parte ai blocchi della mattina del venerdì rispedendo indietro un altro camion che intendeva arrivare alla base.

Il movimento è stato in grado di imporre la questione del MUOS nell’agenda politica nazionale, di legarla a tutte le istanze sociali presenti nel territorio.

Il presidio di contrada Ulmo a Niscemi è un laboratorio in cui si sperimentan una nuova socialità,nuove pratiche di resistenza e di conflitto e un Luogo in cui si sta costruendo quotidianamente un altro modello di vita e di società,fatto di spazi comuni in cui praticare
confronto e partecipazione diretta,autogestione del territorio e uguaglianza sostanziale nella consapevolezza di far parte di un fronte comune che produce una contaminazione esplosiva che mette in crisi l’attuale sistema autoritario,ribaltando il presupposto dell’attuale crisi che da subita diventa agita verso l’abbattimento dei privilegi e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e della terra. Per questo il nostro essere NoMuos è una sconfitta per il sistema,che ha bisogno di usare la violenza contro la voglia di vivere e la solidarietà.

LA NOSTRA LEGGE E’ LA NOSTRA COSCIENZA

SABATO 30 MARZO MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO MUOS A NISCEMI

Radio Aut e Collettivo 20 luglio (Palermo)