Attualità

Brescia / Ieri “spropositata operazione poliziesca”

Perquisizioni a casa di numerosi attivisti, tra i quali tre studenti delle superiori. Pochi giorni prima, a Roma, altro grave episodio di intimidazione tra leggi speciali e poliziotti con le armi in pugno.

05 Gennaio 2012 - 15:39

Mercoledì 4 Gennaio 2012, alle ore 6 della mattina agenti della DIGOS, mandato della procura alla mano, irrompono nelle abitazioni di 5 attivisti del movimento bresciano, 3 studenti medi appartenenti al Kollettivo Studenti in Lotta, 1 attivista del centro sociale Magazzino 47 ed un militante di Sinistra Critica e collaboratore dell’emittente antagonista Radio Onda d’Urto.

La spropositata operazione poliziesca è legata alla manifestazione bresciana in occasione dello sciopero generale indetto il 12 Dicembre scorso dalla CGIL; corteo che in coda aveva visto la partecipazione di uno spezzone antagonista composto da studenti medi, chiamati in piazza appunto dal Kollettivo Studenti in Lotta, nel quale erano però presenti diversi militanti di Magazzino47, Radio Onda d’Urto e di tutta la Brescia antagonista ed anticapitalista. Al termine della manifestazione il tentativo da parte dello spezzone di fare irruzione nel Palazzo Loggia, conclusosi con qualche minuto di tensione: spintoni e fronteggiamenti con vigili, carabinieri e agenti. A detta della questura un agente della DIGOS avrebbe riportato la frattura di due costole.

Nel decreto emanato dalla procura della Repubblica l’indicazione è quella di recuperare non solo possibili oggetti atti ad offendere od “armi improprie”, ma anche e soprattutto materiale inerente all’organizzazione della manifestazione in questione o a quella di prossime proteste: questo ha comportato addirittura il sequestro non solo di volantini, ma addirittura di computer e supporti informatici di varia natura e cellulari. Il decreto, riporta sempre la procura, ha una caratterizzazione più che altro preventiva, infatti gli indagati perquisiti potrebbero farsi promotori e partecipanti di prossime mobilitazioni contro la crisi o legate alla questione del centro sociale Magazzino 47, sotto minaccia di sgombero da parte della giunta comunale.

Il fatto, sembra scontato sottolinearlo, è di una gravità e di una portata molto pesanti, nonché assolutamente fuori luogo. Basti pensare che a Brescia non avvenivano perquisizioni ai danni di studenti delle scuole medie superiori addirittura dal 1979.

Il diktat è chiaro: l’austerità, i sacrifici, il governo dei buoni, dei tecnici e dei meritevoli non si contesta. La dittatura finanziaria della BCE e dei suoi governi, come quello di Monti, è la soluzione imposta, piaccia oppure no. Il sistema economico e quello politico non si cambiano, si esce dalla crisi e si sana il debito insanabile di un neoliberismo al collasso, ma ancora in grado di imporsi e sospendere diritti e libertà delle persone.

Per tutti coloro che proprio non vogliono uniformarsi, che non si bevono le loro ricette farlocche che significano soltanto ancora sfruttamento, ancora sacrifici, ancora austerità per lavoratori, studenti, precari, nativi e migranti, ci sono queste operazioni sbirresche intimidatorie.

Da parte nostra sappiamo bene che il sistema capitalista e neoliberista quando va alla deriva per salvarsi non rinuncia nemmeno a sospendere sempre di più diritti e libertà, per imporre meglio le proprie ricette “lacrime e sangue” come illusoria via d’uscita da una crisi e da un debito in realtà insanabili. Lotteremo sempre consapevolmente contro un sistema che ricorre da sempre all’arma della repressione quando si sente colpito, attaccato. Se mai siamo sicuri che queste reazioni ci indichino di aver intrapreso la strada giusta: le lotte e l’opposizione sociale, la pratica dal basso di un’autogestione che per noi significa una prospettiva reale, l’unica via d’uscita da un esistente di ingiustizia sociale. Siamo consapevoli della posta in palio e non ci fermeremo di certo, le persone per noi rimarranno sempre più importanti dei profitti.

Per questo ci sentiamo di dichiarare fin da subito che ci ritroverete sempre nelle strade contro la crisi, contro il debito, contro il razzismo e per difendere gli spazi sociali e di libertà come, per citarne uno, Magazzino 47.

Kollettivo Studenti in Lotta
CSA Magazzino47
Radio Onda d’Urto
Associazione Diritti per Tutti
Confederazione COBAS di Brescia
Il Comitato Antimafia di Brescia “Peppino Impastato”
Sinistra critica di Brescia
Associazione “AltraItalia” Barcellona (Spagna)
Revolta Global-Esquerra Anticapitalista Barcellona (Spagna)
Centro Sociale 28 Maggio
Art@Hack
Rete Sociale e Solidale Franciacorta

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Il Natale nella crisi e le sue sorprese!

Ci troviamo a rendere pubblico un episodio di carattere repressivo e intimidatorio messo in campo dalla Questura di Roma attraverso l’uso della legislazione speciale antiterrorismo, che ad opera di uomini della Digos si è voluto confezionare al Laboratorio Acrobax come dono per le feste del Santo Natale. Un episodio grave che poteva degenerare così come tutte le volte che zelanti agenti armati con il colpo in canna dello loro pistole spianate possono, per paura o per singolare coraggio a servizio della Patria, esplodere il solito “colpo per errore”. Ma ripercorriamo i fatti: la sera del 21 Dicembre due nostri compagni che sostavano in auto insieme ad un loro amico davanti all’ingresso del Verano per un semplice e banale appuntamento, sono stati accerchiati da sei uomini in borghese che qualificandosi tutti come agenti della Digos, con armi in pugno hanno prima fatto uscire tutti rapidamente dal veicolo, e poi li hanno perquisiti personalmente una prima volta, cosa che verrà poi ripetuta una seconda volta circa un’ora dopo. La perquisizione è proseguita in forma quasi maniacale e ossessiva con le automobili coinvolte senza peraltro trovare alcunché. L’accusa provocatoria e paradossale è di traffico d’armi.

Dal verbale risulta che l’operazione di polizia sia stata attuata usando l’art. 4 della L. 152 del 1975. Ovvero uno degli strumenti normativi previsti dalla legislazione speciale var ata per affrontare la fase di emergenza politica e sociale che negli anni 70’ ha segnato la vita del nostro paese determinando manu militari l’annichilimento e la repressione dei movimenti sociali più radicali. Riteniamo gravissimo l’accaduto nelle sue forme e nei suoi malcelati obiettivi. Non in ultimo perché colpisce in maniera vile e ambigua due compagni, attivisti del Laboratorio Acrobax, che hanno subito un’intimidazione mirata evidentemente alla loro struttura politica. La stessa che dal 15 Ottobre scorso viene messa alla berlina e ostinatamente accusata di essere nel “migliore” dei casi referente di un’area radicale dei movimenti contro l’austerity e la precarietà. E nella “peggiore” e più fantasiosa, di essere il perno organizzativo indicato come necessario per dar conto di tutte le violenze di quel giorno e per non rendere conto invece della violenza de l potere – che le ha generate e che esse hanno disvelato. Anche nei mesi precedenti alla manifestazione del 15 Ottobre si erano manifestati segnali ed episodi inquietanti e provocatori che avevano già determinato intorno al nostro collettivo un clima di intimidazione e repressione preventiva.

Come sempre però con umiltà e determinazione abbiamo proseguito sulla nostra strada senza curarci troppo delle intimidazioni, respingendo al mittente tutte le provocazioni e accuse paradossali, alternate dal linciaggio mediatico e dall’accanimento giudiziario. Dopo questo gravissimo ed ultimo episodio riteniamo necessario prendere parola con un comunicato pubblico e ribadire ciò che da sempre diciamo e sosteniamo con forza. Rivendichiamo a pieno la nostra attività politica di base e indipendente, radicale e solidale, da sempre a fianco delle lotte sociali, sostenendo le vertenze dei precari, dei senza casa, dei comitati contro le grandi opere e le devastazioni ambientali. Convintamente abbiamo animato sin dal principio l’esperienza dei comitati referendari per l’acqua pubblica e attivamente partecipato alle iniziative nazionali promosse dai Notav in Val di Susa. Questo nello spirito aperto e inequivocabile di contribuire ai processi di conflitto sociale che riteniamo i veri dispositivi di democrazia, i veri spazi di alternativa, il vero motore costituzionale.

A fronte di una crisi sistemica e terribilmente costruita e ricercata dalle politiche folli e suicide del neoliberismo, dal basso noi insieme a tante e tanti stiamo passo a passo resistendo alla miseria del presente, costruendo la ricchezza del possibile. Su questa strada crediamo sia necessario impegnarci e dare tutta la nostra energia. Forse è proprio questa passione e desiderio di trasformazione radicale dell’esistente ad essere oggi ancora una volta ingiustamente attaccato e denigrato. Forse è questo che fa paura perché m osso da sfere profonde e incorruttibili della vita comune che stiamo passo dopo passo costruendo. E allora se il 15 Ottobre come tutti sanno o possono verificare osservando la rivolta di piazza di quel giorno, si produce una generale, diffusa e spontanea degna rabbia, che resiste per ore alle cariche della polizia fatte con i caroselli dei blindati e le nubi tossiche dei gas CS , è più semplice per il potere e le autorità trovare il capro espiatorio, il mostro da sbattere in prima pagina, riempiendo editoriali, articoli e talk show di fantasiose menzogne e strumentali ricostruzioni. E’ sicuramente più facile così piuttosto che affrontare nel merito le questioni sollevate e le richieste non più rinviabili di maggiore diritti e democrazia nella crisi epocale che stiamo attraversando.

Ancora una volta quindi saremo a fianco dei più deboli, contro le ingiustizie e l’arroganza dello Stato e dei suoi sgherri, contro la peggiore c lasse politica che la Repubblica abbia mai conosciuto. A testa alta come sempre continueremo a lottare e a sognare, con amore e con furore. All’intimidazione, alle minacce, a questo clima di provocazioni intendiamo rispondere assieme a tutte quelle e tutti quelli che condividono il nostro spirito impegnandoci a costruire prossimamente un primo appuntamento di confronto sui dispositivi di interdizione delle lotte sociali come momento collettivo di condivisione per ri-costruire la libertà di movimento e il dibattito necessario per poterla affermare e praticare.

Merry Crisis and A Happy New Fear… Fight Back!

Laboratorio Acrobax