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Bolzaneto, lo Stato apre il borsellino

Hanno accettato il risarcimento offerto dal governo sei ricorrenti a Strasburgo (su 65) per quanto subito dopo essere arrestati a Genova nei giorni del G8 2001. Antigone: “Ora si approvi il reato di tortura”.

07 Aprile 2017 - 09:28

Bolzaneto - foto Gipfelsoli.orgSolo sei delle vittime delle violenze degli uomini in divisa alla caserma di Bolzaneto che hanno avanzato ricorso alla Corte europea dei diritti umani hanno aderito  alll’accordo di “risoluzione amichevole” proposto dallo Stato italiano, che ha offerto 45.000€ ciascuno per chiudere la loro posizione a Strasburgo. Gli altri 59 ricorrenti hanno deciso di continuare ad aspettare una sentenza che vincoli il governo. Ne ha dato notizia la stessa Corte. Il processo di fronte alla giustizia italiana si concluse nel 2013 con sette condanne lievi.

La cifra dei risarcimenti per Bolzaneto è la stessa che fu riconosciuta nel 2015 a un manifestante, all’indomani proprio di una sentenza dei giudici di Strasburgo, relativa alla macelleria messicana alla scuola Diaz, sempre nei giorni del G8 genovese di sedici anni fa.

“Ancora una volta la Corte Europea ci dice che in Italia la tortura esiste e viene praticata” è il commento dell’Associazione Antigone: “Ancora una volta il governo italiano è chiamato a rispondere per episodi di tortura e per il fatto di non prevedere sufficienti rimedi interni che possano garantire giustizia alle vittime. Più volte gli organismi internazionali hanno sollecitato il nostro paese a dotarsi di una legge che punisse questo crimine contro l’umanità. L’Italia da 28 anni disattende i suoi impegni. È tuttavia importante e da sottolineare il fatto che, nel caso di oggi, il governo abbia riconosciuto per la prima volta le sue responsabilità assumendosi, dinanzia ai giudici della Corte, l’impegno a dotare l’Italia di un reato specifico. Ora si rispetti questo impegno e si approvi subito la legge contro la tortura”.

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