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Bolzaneto e carcere di Asti, Italia ancora condannata per tortura

Arriva l’attesa decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, che si pronuncia analogamente anche sulleviolenze che alcuni agenti di custodia del carcere di Asti inflissero a due detenuti nel 2004.

27 Ottobre 2017 - 14:52

(da Milano in movimento)

Non stupiscono più.

Non stupiscono più le condanne per tortura che l’Italia inanella con una cadenza ormai consolidata presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Questa volta non si tratta del massacro della scuola Diaz durante il G8 di Genova, ma degli episodi di violenze e sevizie di massa cui furono sottoposti i fermati delle giornate del luglio 2001 rinchiusi nella Caserma di Bolzaneto trasformata in quei giorni in luogo di transito delle persone bloccate dalle Forze dell’Ordine.

In aggiunta alla vicenda dell’ormai famigerata caserma genovese l’Italia è stata condannata anche per le torture inflitte a due detenuti da parte degli agenti di custodia nel carcere di Asti nell’ormai lontano 2004.

Questo il trattamento riservato ai due detenuti descritto da Checchino Antonini in un documentato articolo su Popoff: “Nel dicembre 2004 i due detenuti vennero condotti nelle celle di isolamento prive di vetri nonostante il freddo intenso, senza materassi, lenzuola, coperte, lavandino, sedie, sgabello. Gli venne razionato il cibo, impedito di dormire, furono insultati e sottoposti nei giorni successivi a percosse quotidiane anche per più volte al giorno con calci, pugni, schiaffi in tutto il corpo e giungendo, nel caso di uno dei due, a schiacciargli la testa con i piedi”.

Per quanto riguarda la vicenda di Bolzaneto la CEDU ha sancito che le vittime avranno diritti di ricevere tra i 10.000 e gli 85.000 euro per i danni subiti in quelle tragiche giornate.

Viene evidenziato il fatto che gli autori delle torture non sono stati identificati perché non c’è stata alcuna collaborazione da parte delle Forze dell’Ordine nei confronti della magistratura e, in aggiunta a ciò, nessuno di loro portava elementi di riconoscimento (altra grave lacuna dell’ordinamento italiano).

In secondo luogo l’Italia viene accusata di avere una legislazione a dir poco lacunosa nel contrastare il reato di tortura.

Tante le prese di posizione del mondo politico su questa ennesima sentenza di condanna. Si parla di “pagina orribile della nostra storia”. Peccato che la legge sulla tortura approvata la scorsa estate dal parlamento sia totalmente lacunosa. Uno strumento spuntato con cui sarebbe stato difficile, a detta di molti, perseguire anche una mostruosità come quella del luglio genovese.

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