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Blitz al Consolato austriaco: “Open borders!”

Tpo: “Al filo spinato, ai morti in mare, alle barriere e confini diciamo no! Salviamo le persone, apriamo canali umanitari di arrivo diretto, garantiamo la libera circolazione in tutto lo spazio europeo”.

28 Gennaio 2016 - 17:20

tQuesta mattina abbiamo chiuso simbolicamente il consolato austriaco contro le politiche di respingimento dei migranti in arrivo. Da mesi l’Europa è attraversata da flussi migratori di uomini e donne, bambini e anziani, che scappano da guerre e fame in cerca di un futuro. Non scappano per scelta, vengono perché non hanno altra possibilità per sopravvivere. Tanti ne sono morti sulle coste italiane o greche, sui barconi naufragati nel Mar Mediterraneo e sulle strade per l’Europa. In questi mesi tanti cittadini europei si sono mobilitati in loro soccorso, sfidando leggi ingiuste, filo spinato, distanze considerevoli. Mentre i governi si riunivano per chiudere le frontiere, tanti e tante hanno dato vita a un movimento di accoglienza degna che parla di un’Europa solidale, di nuova cittadinanza, di democrazia. Nonostante ciò la Commissione Europea sta lavorando a un piano per restringere ulteriormente le possibilità di accesso, condannando queste persone all’illegalità o alla morte. In discussione c’è la validità stessa di Schengen, ossia la possibilità di libera circolazione all’interno della UE per i cittadini europei. Si prova a giustificare la chiusura dei confini esterni per salvare quelli interni. Ma è davvero così? NO!

Prima di tutto, alcuni stati (Germania, Gran Bretagna) stavano già pianificando politiche di respingimento per cittadini comunitari indipendentemente dai flussi migratori esterni.

Inoltre abbiamo visto come la chiusura dei confini non risolva il problema. Nonostante tanti stati come l’Austria, la Slovenia, la Croazia, la Svezia abbiano reintrodotto controlli alle frontiere e filo spinato, i migranti continuano a sfidare le avversità per arrivare. Questo perché se non risolviamo il problema alla radice (guerra in Medio Oriente, sviluppo dei fondamentalismi, fame e povertà) queste persone dovranno continuare a scappare per sperare in un futuro.

Infine i migranti non sono un problema sociale come vorrebbero farci credere le retoriche di destra, pronte a prendersela con i più deboli invece che con la casta dei ricchi, veri responsabili della crisi. In Italia il lavoro migrante finanzia le pensioni degli italiani. Anche l’accoglienza può essere uno strumento di ripresa economica se gestita in una maniera etica e solidale e non come un business. I migranti sono una ricchezza sociale, culturale, economica se sappiamo mettere in campo le politiche giuste!

Sta a noi decidere in che Europa vogliamo vivere. Al filo spinato, ai morti in mare, alle barriere e confini diciamo NO! Salviamo le persone, apriamo canali umanitari di arrivo diretto, garantiamo la libera circolazione in tutto lo spazio europeo, valorizziamo la ricchezza sociale piuttosto che regalarla a banche e cooperative senza scrupoli.

Non chiudiamo la democrazia in una gabbia, libertà di movimento per tutte e tutti subito!

Cs Tpo