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Ayotzinapa, “non dimentichiamo, non perdoniamo”

Un grande tazebao in piazza Scaravilli, a sei mesi dall’omicidio di sei studenti della Scuola Normale Rurale e dal sequestro di 43, nello stato del Guerrero, in Messico, da parte di narcotrafficanti e poliziotti complici.

26 Marzo 2015 - 10:12

_DSC0323 copiaIl 26 settembre 2014, nel corso di una iniziativa politica in preparazione della ricorrenza del 2 ottobre, anniversario del massacro di piazza Tlatelolco (1968), un gruppo di studenti della Scuola Normale Rurale “Raul Isidro Burgos” di Ayotzinapa, sono stati aggrediti da agenti della polizia messicana in collaborazione con il cartello della droga Guerreros Unidos a Iguala, nello stato del Guerrero. Sei persone sono state uccise e 43 sequestrate.

Sono già passati sei mesi, il Messico e il mondo continuano a chiedere la aparición con vida dei 43 studenti, oltre che di tutti i 27000 desaparecidos provocati da otto anni di brutale repressione mascherata da guerra al narcotraffico.

Mentre in questi sei mesi, grazie alle giornate di azione globale per Ayotzinapa, centinaia di migliaia di persone hanno ripetutamente riempito le strade di tutto il Messico e di tutto il mondo, le autorità hanno invece cercato di insabbiare in modo sistematico l’accaduto, fingendo di indagare e intanto inasprendo la violenza verso i movimenti popolari. Non c’è quindi da meravigliarsi se, da parte di chi protesta, non c’è nessuna fiducia nelle promesse di giustizia dello Stato, ritenuto anzi il vero colpevole.

Il governo italiano e l’Unione Europea, artefici di riforme neoliberiste del tutto simili a quelle applicate in Messico da Peña Nieto, hanno fatto finta di non vedere per difendere gli importanti trattati commerciali siglati con il Messico. Poco importa ci sia una “clausola democratica” che vincola al rispetto dei diritti umani. Come troppo spesso accade l’Occidente è tanto precipitoso nel bombardare nemici scomodi e nell’organizzare colpi di Stato in giro per il mondo, quanto prono di fronte a chi in ossequio al neoliberismo persegue una politica di massacro, repressione e sparizioni forzate.

A sei mesi dai terribili fatti di Iguala, noi non ci rassegniamo. Non dimentichiamo i nostri compagni messicani e non perdoniamo i loro aguzzini. Nel mese di aprile la carovana di Ayotzinapa visiterà l’Europa (sarà a Milano il 28 aprile e a Roma il 29). Anche a Bologna ci stiamo preparando per dargli il benvenuto dimostrando la nostra solidarietà, perché “il loro dolore è il nostro dolore, la loro rabbia è la nostra rabbia”.

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Bologna per Ayotzinapa

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