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Ateneo, una giornata di autogestione per riaprire il “36”

Oggi reading in piazza Verdi e pranzo solidale, tra i prossimi appuntamenti anche un corteo per contestare il Career day dell’Alma Mater il primo marzo: “Ennesima iniziativa per un futuro di precarietà e sfruttamento”.

23 Febbraio 2017 - 19:30

Di nuovo grande partecipazione all’assemblea che si è tenuta ieri sera al 38 di via Zamboni per decidere le prossime tappe della battaglia per la riapertura della biblioteca di Discipline umanistiche senza tornelli. Gli studenti ribadiscono “la necessità dell’immediata riapertura della biblioteca di Discipline Umanistiche senza tornelli, come punto imprescindibile su cui non si può transigere. La mobilitazione deve continuare a partire dalla moltiplicazione di momenti di lotta e aggregazione, da domani in piazza Verdi. Dobbiamo lavorare a rompere il discorso che utilizza il corpo delle donne per giustificare le politiche securitarie (alla luce anche dei noti fatti di strumentalizzazione visti al 36). C’è bisogno di restare in cammino, accumulare e incrementare le energie e riprenderci quello spazio qualora non venisse riaperto senza tornelli”. Inoltre promettono di diffondere “un appello rivolto a chiunque per prendere le distanze dalla celere in università, come grave precedente di intervento militare dentro le aule, affinché si creino le condizioni di una battaglia larga e comune”. Si propongono perciò come obiettivo a breve termine di riaprire il “36 ampliando il consenso, anche attraverso linguaggi efficaci e comprensibili” e sul periodo più lungo un allargamento della “lotta agli altri fronti dove si compiono soprusi e sfruttamento, fino alla difesa dei luoghi di aggregazione sotto sgombero”.

Oggi intanto gli studenti in mobilitazione hanno organizzato reading di poesie, performance teatrali e improvvisazioni musicali in piazza Verdi, mentre la rete Eat the Rich ha preparato un pranzo solidale con gli studenti in lotta contro i tornelli. Fra i prossimi appuntamenti annunciati dall’assemblea “Quelli del 36”, domani ci sarà un’iniziativa di finanziamento per le spese legali di Sara e Orlando, ancora agli arresti domiciliari dopo gli scontri in piazza a seguito dello sgombero. Per la prossima settimana è stata invece fissata la quarta assemblea universitaria martedì 28, per decidere le prossime tappe della mobilitazione, mentre è già stato dato appuntamento per un concentramento in piazza il giorno successivo, 1 marzo, data in cui si svolgerà il Career day dell’Alma Mater. Per gli studenti “il Career day è l’ennesima iniziativa che Unibo e Pd mettono in campo per il nostro futuro, un futuro di precarietà e sfruttamento identico al presente che viviamo nelle nostre facoltà. Anni di politiche di impoverimento hanno reso eventi come questo l’unico tentativo possibile per tanti giovani di accedere ad un mercato del lavoro fatto di precarietà, lavoro gratuito e miseria. Un futuro di insicurezza. L’università a cui ci opponiamo con questa mobilitazione è la stessa che ci vorrebbe in facoltà deserte, isolate dalla realtà che le circonda, esclusive e inaccessibili ai più. Non ci stiamo!” E aggiungono: “Vogliamo l’immediata riapertura del 36 senza tornelli, vogliamo che la polizia abbandoni via Zamboni e che Sara e Orlando tornino immediatamente a lottare al nostro fianco. La sicurezza che ci danno sono i tornelli al 36, il futuro che pensano per noi è precario e incerto. Il 1 primo marzo quindi andremo insieme a contestare l’ennesima kermesse proposta dall’Unibo per rifiutare nettamente il modello che ci vogliono imporre. Apriamo il 36, chiudiamo il Career Day!”.

Infine in giornata sulle vicende universitarie è intervenuto anche l’ex-rettore Roversi Monaco che, interpellato da un giornalista che gli chiedeva se avesse consigli da dare al rettore Ubertini in merito alla gestione dei conflitti, ha risposto: “Perché dovrei andare a occuparmi di cose per le quali c’è un rettore in carica che si sta comportando secondo me bene?”.