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Arriva la celere: sfrattata coppia con tre bimbi

Ieri, di pomeriggio, intervento a sorpresa in largo Brescia. Alla famiglia proposti solo quattro giorni in albergo, Asia: “Ci serviranno per organizzarci e pretendere una risposta concreta”.

18 Novembre 2016 - 09:25

15094949_575460159316593_7375331352933443062_nArif, sua moglie e tre bambini: è la famiglia che ieri ha subito uno sfratto in largo Brescia. Dopo i precedenti picchetti mattutini messi in campo da Asia-Usb e Pugno chiuso, ieri insieme all’ufficiale giudiziario si è presentata la celere e a sorpresa, nel pomeriggio. Racconta Asia: “I primi militanti giunti sul posto si sono trovati davanti all’ingresso della via la camionetta a bloccare l’accesso. Non è stato possibile poter parlare o raggiungere Arif, il quale da solo ha dovuto cercare di contrastare lo sfratto. Gli assistenti sociali giunti sul posto hanno offerto un misero pernottamento di quattro giorni in albergo, solo per moglie e figli (come se il marito non facesse parte della famiglia). All’arrivo di altri militanti e con anche abitanti solidali del quartiere abbiamo cercato nuovamente di raggiungere Arif per aprire una trattativa con gli assistenti sociali. Nuovamente il cordone di polizia, pronto con caschi e scudi, ci ha impedito l’accesso. All’arrivo della macchina comunale per portare moglie e bambini verso l’albergo la situazione si è scaldata. E’ inammissibile che, oltre a essere sbattuti fuori di casa, venga anche divisa la famiglia”.

Prosegue il racconto di Asia: “Soltanto con la giusta ostinatezza di Arif nel non lasciar andare via la sua famiglia, e con i militanti pronti a bloccare la macchina, l’assistenti sociali hanno optato per far si che anche Arif possa stare in albergo con la famiglia. Ma parliamo comunque di quattro miseri giorni. Lunedì è previsto un nuovo colloquio con gli assistenti sociali, ma materialmente la famiglia sarà per strada. Da questo episodio, che si inserisce nel clima repressivo che Bologna respira ormai da più di un anno, troviamo conferma nel piano politico comunale riguardante i più poveri, gli abitanti e i lavoratori precari, le periferie e chi ogni giorno chiede diritti e dignità: la trattativa e la ricerca di soluzioni accettabili non esiste più. L’ordine del giorno è smantellare il welfare sociale, distruggere le case popolari (a gennaio la nuova legge Erp darà il colpo di grazia) , rendere il centro una vetrina per turisti e lasciare i quartieri popolari e le periferie a se stessi, ed infine per chi lotta contro tutto questo, violenza e repressione. Oggi è lampante tutto ciò: polizia in gran numero, nessuna trattativa ed infine l’abbandono della famiglia a se stessa dopo 4 miseri giorni di albergo. Ma a noi questi quattro giorni serviranno per organizzarci e pretendere insieme ad Arif una risposta concreta e dignitosa dal Comune e dai servizi. Per continuare la lotta per il diritto all’abitare. La lotta prosegue!”.