Acabnews Bologna

Anche a Bologna il 1° marzo parla di sciopero

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Coordinamento migranti di Bologna sull’assemblea pubblica che si è tenuta nella “Giornata senza Permesso” di domenica scorsa in vista dello sciopero dei migranti del primo marzo.

16 Febbraio 2010 - 17:26

Ci siamo contati: anche a Bologna il 1° marzo parla di sciopero

Eravamo quasi 150, in gran parte migranti, lavoratori e lavoratrici, delegati di fabbrica e studenti a discutere insieme della crisi, della condizione migrante e del percorso verso e oltre il 1° marzo. È stato il momento centrale della “giornata senza permesso”, il momento nel quale anche a Bologna si è alzata la voce dei migranti per lo sciopero!

La mattinata è stata dedicata ai giochi di animazione per i bambini e al racconto dell’esperienza delle insegnanti e degli studenti della scuola di italiano per migranti, mentre si teneva la riunione nazionale dei comitati 1° marzo con delegazioni da diverse città italiane. Al pomeriggio, la tavola rotonda che si è ben presto trasformata in un’assemblea politica gestita in prima persona dai migranti. Dopo gli interventi dei compagni del “Coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in Italia”, che a Brescia e nel basso mantovano stanno organizzando per il 1° marzo lo sciopero in alcune fabbriche, numerosi lavoratori e lavoratrici migranti di Bologna e provincia hanno preso parola per denunciare la condizione migrante in tempo di crisi: licenziamenti, cassa integrazione, il rischio di perdere il permesso di soggiorno e l’impossibilità di ottenerlo per chi non ce l’ha! La causa di tutto questo e del razzismo istituzionale è nella Bossi-Fini, in particolare nel “contratto di soggiorno per lavoro”, oggi rafforzati dal reato di clandestinità e dal permesso di soggiorno a punti, che ricattando i migranti li vorrebbe muti e pronti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro. Contro tutto questo, tutti i migranti che hanno preso parola hanno rivendicato con forza la necessità dello sciopero del lavoro migrante.

Di fronte a questo protagonismo dei migranti, anche a Bologna c’è chi sostiene che sarebbe uno sciopero etnico. Ma noi migranti non siamo un’etnia, veniamo da tutte le parti del mondo e vogliamo lottare insieme agli italiani! Per questo diciamo a chi non vuole capire, a chi nella crisi è spinto a credere che noi siamo la causa dei suoi problemi, che l’attacco contro di noi colpisce tutti. Colpisce tutti con il pacchetto sicurezza, e colpisce tutti nei posti di lavoro, dove oggi non solo i migranti, ma anche i precari sono privi di ogni ammortizzatore sociale. La Bossi-Fini ha dato ai padroni il potere sul nostro permesso di soggiorno, così ci ha reso più deboli per far tacere tutti i lavoratori. La crisi però non si risolve contro di noi, ma con noi: soltanto se lotteremo insieme italiani e migranti usciremo dalla crisi. Oggi anche i lavoratori che si credevano più sicuri sono ridotti al silenzio o sono costretti a salire sui tetti affinché qualcuno si accorga di loro. Noi sappiamo bene cosa questo significa, perché noi migranti siamo presenti nella società, nel lavoro, nei sindacati, nella scuola, ma nessuno vuole ascoltarci. Ma non saremo noi migranti l’ammortizzatore sociale per uscire dalla crisi! Per questo, è giunto il momento di farci sentire lì dove è iniziato l’attacco contro di noi e contro i diritti di tutti: sui posti di lavoro.

Per questo, insieme a tanti, in altre parti d’Italia, vogliamo che anche a Bologna il 1° marzo si dia un segnale forte contro la Bossi-Fini che passi dallo sciopero. C’è chi dice che nella crisi non si può scioperare, e che lo sciopero è impossibile a causa della precarietà e del lavoro nero: sembra che tutti abbiano paura di uno sciopero che mette gli interessi di tanti lavoratori e lavoratrici davanti a tutto. A questi noi diciamo che anche in tempo di crisi il nostro lavoro è indispensabile per mandare avanti l’Italia, e che anche un’esperienza parziale di sciopero darebbe un segnale di forza a tutti, un assaggio della libertà che è possibile conquistare! Durante l’assemblea della “giornata senza permesso”, questo è stato il significato della discussione con i delegati, anche italiani, che hanno dichiarato il loro appoggio allo sciopero del 1° marzo. Con loro continueremo il percorso verso una giornata che dovrà segnare un nuovo inizio! Noi pensiamo che lo sciopero sia un diritto di tutti i lavoratori e per questo ci batteremo fino all’ultimo, a partire dalle RSU i cui rappresentanti sono intervenuti in assemblea, per esercitarlo e coinvolgere altri con noi. Non chiediamo solidarietà, ma che tutte e tutti si uniscano a noi in questa lotta: il 1° marzo sarà solo un inizio!

Coordinamento Migranti Bologna e Provincia

http://www.coordinamentomigranti.splinder.com/