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Anche a Bologna con Soumalya: ”Vive nelle lotte!”

Ieri presidio dell’Usb dopo l’uccisione in Calabria dell’attivista. Incontro tra il ministro Di Maio e i riders, che dicono: “Valutiamo i fatti e non le parole”. Lavoratori della Fiera in Consiglio comunale: sullo scorporo “evitare strappi”.

05 Giugno 2018 - 10:34

Anche a Bologna, ieri, “presidio di denuncia dell’uccisione di Soumalya, lavoratore e attivista Usb ammazzato il 2 giugno” a San Calogero, in Calabria. Originario del Mali, 29 anni, Soumalya è stato colpito a morte da un colpo di fucile. E’ il sindacato di base a riferire dell’iniziativa, effettuata in piaza Nettuno, aggiungendo: “Questo gravissimo episodio aggrava un clima di odio, razzismo e guerra fra poveri alimentato dalle politiche discriminatorie e razziste portate avanti dai recenti governi (la dottrina Minniti è un ottimo esempio) giunte all’apice con il nuovo governo che ha Salvini come ministro degli Interni. Soumayla vive nelle nostre lotte!”.

Sempre in tema di lavoro, intanto, ieri la vertenza dei riders bolognesi è sbarcata a Roma: una delegazione di Riders Union ha incontrato il nuovo ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. “È finito il tempo delle promesse elettorali e delle passerelle mediatiche sulle spalle dei precari come noi. Siccome non ci interessano soluzioni calate dall’alto né tantomeno le pacche sulle spalle, abbiamo scritto una lettera chiarendo quale deve essere la direzione dell’unico vero ‘cambiamento’, che crediamo debba passare dal riconoscimento delle lotte sociali e della libera organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Non solo per noi, ma per tutt*”, hanno dichiarato i riders prima del faccia al faccia con il ministro, che si è concluso con l’aggiornamento ad un secondo incontro per la prossima settimana. “Stiamo a vedere, valutiamo i fatti e non le parole”, ha poi commentato Riders Union all’uscita dal ministero. E’ stato “un incontro conoscitivo con il ministro, abbiamo ascoltato le intenzioni di Di Maio e portato le nostre proposte”, ha continuato Riders Union, precisando che “non abbiamo la minima intenzione di rappresentare tutti i riders italiani, anche perchè nelle diverse città, ed è un fatto importante, i riders si sono autorganizzati in esperienze di sindacato metropolitano che stanno lottando e parlano con la loro voce”. Da parte dei ciclofattorini bolognesi, intanto, l’obiettivo resta “sollecitare il Governo a lavorare verso l’apertura di un tavolo di trattativa nazionale tra le esperienze sindacali autorganizzate dei riders, le piattaforme e il Governo perchè anche nella nostra esperienza bolognese abbiamo visto come i grandi colossi internazionali cerchino di sviare qualsiasi forma di regolamentazione però, allo stesso tempo, hanno affermato che su un piano nazionale sarebbero disposti a sedersi e a trattare, quindi ci sembra importante provare a lavorare anche in questa direzione”. Non a caso, in vista del prossimo faccia a faccia, “noi abbiamo chiesto fin da subito l’allargamento del tavolo anche alle altre esperienze” attive in Italia, riferisce Riders Union, citando i riders torinesi e milanesi oltre a quelli romani, già presenti all’incontro di oggi. Si tratta ad ogni modo di “incontri preliminari, in cui anche il Governo valuterà se ci sono i margini o no e farà le sue scelte”, aggiunge Riders Union: “Noi non siamo disposti a delegare a nessuno la decisione su quella che sarà la regolamentazione del settore ed e’ importante che ci siano le voci dei riders delle diverse città al tavolo”. Per i fattorini bolognesi, “solo attraverso un reale processo democratico, partecipato e trilaterale, quindi anche con le aziende, si potrà davvero arrivare ad una regolamentazione del settore”. Ora, come prossimo passo, “vediamo se ci sarà davvero questo secondo incontro. Da parte nostra continueremo nel nostro lavoro su Bologna”, concludono i fattorini.

Stizzita la reazione dei sindacati confederali, che evidentemente si sentono scavalcati e non gradiscono. Basti leggere la dichiarazione dei segretari bolognesi di Cgil, Cisl e Uil. La Carta dei diritti del lavoro digitale, firmata a Bologna pochi giorni fa, “non può essere oggetto di mera propaganda, magari strumentalizzando i diretti interessati”, hanno voluto sottolineare: e se a strumentalizzare è Di Maio, si sottointende che per i sindacati i riders a loro volta si stanno facendo strumentalizzare. Con buona pace delle mobilitazioni portate avanti negli ultimi mesi.

Ancora ieri, infine, la protesta dei dipendenti della Fiera è tornata a bussare alle porte del Comune provocando una sospensione dei lavori del Consiglio ed ottenendo, così, un incontro con l’assessore al Bilancio, Davide Conte, sui temi dell’annunciato scorporo della società. All’amministrazione i sindacati hanno sottolineato “in primo luogo- racconta Sgb– la necessità di fissare una data in cui incontrare tutti i soci pubblici (Comune, Regione e Camera di Commercio, Città Metropolitana) cosi come già richiesto da tutte le parti sociali appena appresa la notizia dai giornali, e a cui è seguito un silenzio preoccupante. In secondo luogo la necessità di rallentare qualsiasi procedura in merito alle decisioni sul nuovo piano industriale (spin off) che attualmente potrebbe non passare dal dibattito pubblico in sede istituzionale, grazie alle modifiche dello statuto , modificato proprio un anno fa con le proteste dei sindacati che avevano visto nella rinuncia al Golden Share aprirsi la strada per una privatizzazione (avevamo ragione). Abbiamo ricevuto dall’assessore Conte l’indicazione della data del 14 giugno, giornata in cui tutte le parti pubbliche dovrebbero sedersi allo stesso tavolo incontrando tutte le parti sociali allo scopo di illustrare finalmente il progetto spin off che tanto è gradito al sindaco Merola. Sgb si opporrà a qualsiasi tentativo di privatizzare un’azienda a maggioranza pubblica la cui gestione dove rispondere necessariamente a criteri diversi da quelli speculativi che pare stiano invece prepotentemente emergendo”. E dall’Usb: “Vediamo un’accelerazione e chiediamo al Comune di fare moral suasion, per imporre un calendario diverso. Non si vada avanti a strappi, perchè altrimenti non ci stiamo coi tempi. Se l’assemblea dei soci deve deliberare entro il mese, non può essere garantita una discussione trasparente”.