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Amburgo / No G20, sei arrestati italiani andranno a processo a fine mese [audio]

Due sono di Feltre (BL), due genovesi, un siciliano, non si conosce l'identità del sesto. Chi è stato rilasciato denuncia trattamenti umilianti nei centri di detenzione.

11 luglio 2017 - 15:48

di Ak-Kraak video collective

L’enorme apparato poliziesco repressivo dispiegato a protezione del summit del G20 ha fallito nell’intento di dissuadere i manifestanti a scendere in piazza e nel tenere sotto controllo la città di Amburgo dove le proteste hanno dilagato per 3 giorni senza sosta causando forti intralci e disagi allo svolgimento del summit.

La militarizzazione di interi quartieri attorno alla zona rossa con 20.000 poliziotti equipaggiati di tutto punto (tra cui reparti delle forze speciali antiterorismo mandati in rinforzo al secondo giorno di summit), l’utilizzo di mezzi blindati e enormi camion-idranti, gli elicotteri perennemente in volo non sono riusciti a fermare la determinazione delle migliaia di persone arrivate da tutto il mondo per dire No al G20 e a un mondo basato sul governo del capitalismo e della finanza globale.

Da quando la polizia ha deciso di disperdere il blocco alla testa del corteo “Welcome to hell” di giovedi’ 6 luglio, barricate, cortei selvaggi e fronteggiamenti tra gli agenti e i manifestanti si sono sparsi a macchia in diversi quartieri. La polizia ha perso totalmente il controllo su una parte della città resa ingovernabile dalle proteste e dagli scontri che hanno visto una partecipazione di massa, con al fianco dei gruppi organizzati tanti manifestani e abitanti di Amburgo che hanno sostenuto le frange piu’ estreme supportando e rivendicandosi le pratiche piu’ radicali di lotta.

La rappresaglia della polizia tedesca per avere platealmente fallito nel tentativo di bloccare le giuste proteste del Nog20 si è manifestata attraverso i tanti fermi e arresti che appaiono come un tentativo maldestro di recuperare ex post il fallimento della gestione della sicurezza del summit.

Durante le giornate del G20 sono stati circa 300 gli arresti arbitrari, i manifestanti fermati sono stati trattenuti a lungo nel GeSa, il centro di detenzione creato ad hoc x questo evento a Hamburg-Harburg. Le testimonianze dei fermati raccontano delle umilizioni subite (poco cibo, nessuna coperte ne materassi per dormire, diniego di poter andare in bagno), delle difficoltà a comunicare con l’esterno e nel sapere quali capi d’accusa sono imputati, mentre gli avvocati del Legal Team denunciano le difficoltà nel accedere al GeSa, nell’avere contatti diretti con gli arrestati e nella mancanza di prove contro chi è stato fermato e trattenuto.

Nella giornata di sabato 8 luglio è partita una caccia all’uomo partita indirizzata in particolare verso i manifestanti stranieri, soprattutto italiani, francesi, spagnoli e greci. All’incirca 56 attivisti italiani sono stati fermati nei rastrellamenti della polizia successivi alle proteste di sabato, identificati, trattenuti e arrestati solo perché stranieri, di questi una cinquantina sono già stati rilasciati per mancanza di prove concrete ma comunque con provvedimenti di allontanamento da Amburgo.

Al momento sono ancora sei i manifestanti italiani trattenuti nei centri di detenzione tedeschi, le accuse rivolte a questi compagni in stato di arresto vanno da disturbo della quiete pubblica, a lancio di oggetti, fino a tentativo di lesione e attacco alla sovranità dello Stato. Per tutti loro il processo è fissato tra 14 giorni.

Dalle informazioni ricevute dal consolato italiano tra gli arrestati ci sono due ragazzi di feltre, due genovesi e un siciliano, mentre è sconosciuta l’identità del sesto arrestato. Per chi cercasse informazioni su compagne/i ancora trattenuti ad Amburgo questoil numero del Legal Team +49 (0)40/43278778

> La corrispondenza di Ak-Kraak ieri a Radio Onda Rossa


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